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I dati della Sicilia non si discostano in quanto le uova vengono deposte
a partire dal mese di marzo e i p ulcini cominciano a nascere nella seconda
metà di a prile, con un picco all'inizio di maggio (il 15 aprile 1984 tre pulii
di tre giorni circa osservati sull'isola di Levanzo). Sono stati notati due adulti
a ncor a in cova il 27 maggo 1984 per una probabile covata di rimpiazzo.
M 11 ACCE E CONSERVAZIO E
La maggioranza delle colonie sono poste in s iti di difficile accesso
(Tab. 22).
La predazione di uova o pulli di Gabbiano reale da parte di altri uccelli
è stata nota ta in pochi casi (Tab. 22), mentre in un caso a lmeno (1985) si è
potuta constatare l'uccisione di 20-30 pulii da parte di un cane randagio (Valle
Cavanata-Grado). La predazione da parte di carnivori (Volpi, cani randagi,
ecc.) rappresenta probabilmente un importante fattore che limita l'espan-
sione de lle colonie sulla terraferma o sulla costa delie grandi isole. Ad esem-
p io nel Mingardo alcuni nidi erano stati predati da cani randagi. F requente
sembra essere la predazione intraspecifica (in parte forse favorita dalla pre-
senza dei rilevatori che determinano un certo scompiglio a ll 'interno deJia
colonia). La presenza di Falco peregrinus sembra poter influire su qualche
subcolonia ad esempio dell'isola di Pa lmarola.
Il Gabbiano reale ha dimostrato un elevato grado di adattabilità alle nuo-
ve condizioni ambientali creale dall'uomo e perciò non corre alcun pericolo
e sembra al contrario essere in aumento (o quanto meno stabile) nella gene-
ralità dei casi. Qualche perdita o diminuzione locale può verificarsi come
conseguenza di interventi di carattere gestionale, come ad esempio lavori
agricoli o d'altro genere che possono a rrecare un certo disturbo durante il
periodo dproduttivo. Nelle lagune adriatiche, in alcune località, si è prati-
cata in passato (e limitatamente a pochissimi casi si pratica ancora) la rac-
colta di uova a scopo alimenta re, fatto che peraltro non determina
l'abbandono del sito da parte dei Ga bbiani, stimolando al contrario una se-
conda deposizione.
Anche nell'Ita lia meridionale le minacce per la r iuscita della riprodu-
zione sono essenzialmente d'origine antropica, dovute io gran parte al brac-
conaggio (particolarmente a Palmarola, ora però dotata di un presidio
forestale per la sorveglianza, e a Capri-P. del Monaco), al disturbo da parte
di turisti con mezzi nautici e aerei (notevole a giugno a Capri nell'area dei
Faraglioni), a lle cave, alle costruzioni ed infine all'incendio della macchia.
L'impa tto derivante dal disturbo umano sulle colonie si manifesta in gene-
rale non tanto in termini di stabilità di sito, quanto di successo riprodutti-