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              L'areale di nidificazione in Europa è soprattutto esteso lungo coste e iso-
          le,  sebbene  vi siano non  pochi esempi di  insediamenti anche alJ'inte rno in
          zone  adatte (Fig.  13).
              In genere può considerars i in ne tta espansione demografica e, in alcuni
          casi,  di  areale,  nel corso di  questo secolo,  in concomitanza con l'aumento
          de lle  risorse alimentari rese involontariamente disponibili da lle innovazio-
          ni  tecnologiche dei  paesi a  maggiore  sviluppo.
              In Ita lia durante la presente indagine è  risultato dis tribuito soprattutto
          s u  isole o  isolotti  rocciosi, ovvero su  isolotti fangosi (''barene") o  sabbiosi
          ("dossi-scanni-banchi").  Un numero decisamente minore  di coppie si  è  an-
          che insediato in a lcune località costiere rocciose particolarmente tranquille
          o  inaccessibili,  nonché  su  campi  coltivati.
              Degni di nota sono i no l tre gli  insedia menti di coppie nidificanti su  fale-
          s ie  ben lontano da lla costa (App.  A) come  sul Lago di Garda (Cambi,  1980),
          ove la  nidificazione  di alcune coppie risale almeno al 1932 (Duse); sul Lago
          di Como (l nido, E. Grandi oss. per s.,  1985), nonché forse per la  prima volta
          nel  1985 lungo il  fiume Po, a l confine  tra Lombardia  e Piemonte (Barbie ri,
           1985).  Nidifica  inoltre  dal 1982 su  edifici a  Roma  (App.  E).
              La  collocazione di gran  lunga  più frequente è  risulta ta  dunque quella
          insulare, con particolare predilezione per le zone meno soggette al dis turbo
           umano ed al  riparo dal mare. La maggior parte, ma non tutte, delle  piccole
          isole  del Tirreno,  le Tremiti  in Adriatico e le piccole isole  circum-siciliane
          e sarde sono colonizzate dal Gabbiano reale (App. E e F, Tab. 18). Nelle zone
          laguna ri o deltizie (''zone  umide") a lcune  tra le colonie più numerose sono
          quelle  collocate a ll'interno delle  cosiddette "valli  da  pesca" zone integr al-
          mente arginate a ll'interno delle quali  le variazioni  di marea sono di scarso
          o  scarsissimo rilievo, essendo il  regime  idrico regolato artificialmente  tra-
           mite  chiuse da pa rte  dei gestori  (App. B).
              Analogo è il caso delle colonie insedia tesi su zone emer se di recente for-
          mazione  (''casse di colmata") nella  laguna  di Venezia ed  altrove (App. D).
              I tre elementi che maggiormente favoriscono tali insediamenti sembra-
          no essere pertanto:
              a) possibilità di collocare i nidi in zone piuttosto alte, al riparo da l pe ri-
          colo  di  essere  sommerse;
              b) tranquillità  rispetto al disturbo umano e/o  rispetto alle possibilità  di
           predazione da parte di altri  mammife ri  (cani,  volpi, ecc.);
              c) vicinanza delle  fonti  principali di alimentazione  (ad es. discariche  a
          cielo aperto).
              Il  requisito di cui al  punto b), garantito sulle  isole disabitate dalle diffi-
          coltà d'accesso, è soddisfa tto nelle "valli" dal divieto d'accesso nei confron-
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