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      mensioni ovvero - e in misura ancora maggiore - nel caso deiJe "zone umi-
     de" (paludi, lagune), dove la presenza di nidi sparsi (o piccoli gruppi di nidi)
     è  risultata alquanto diffusa.
         I dati di  popolazione SOJ?O  riassunti  nella  tabella  18.
         Per l'Italia nel  suo complesso, considerando ammissibile una sottosti-
      ma dell'ordine del 20-25%, per alcune zone, la  cifra globale dovrebbe corri-
     spondere  alle  30.000  coppie  nidificanti  cir ca.  Tale  cifra  appare
     sostanzialmente in accordo con la  precedente valutazione della consistenza
     invernale della specie, che indicava in 100.000 individui la popolazione tota-
     le stimabile (Fasola,  1984).
         Più  in  dettaglio, nell'Adriatico settentrionale (Tab.  18) una stima com-
     plessiva può riferirsi ad un totale di circa 4.000 coppie. Di queste un migliaio
     gravitano sulla  laguna di Grado-Marano, circa 1.500 su quella  veneta ed al-
     tre  1.500 distribuHe tra il  delta del Po  e  le  Valli di Comacchio.
         Per le zone umide dell'Adriatico settentrionale, se si prendono in consi-
     derazione  esclus ivamente gli  ambit i vallivi, la maggiore densità di  popola-
     mento riguarda la  laguna di Grado, con 913 coppie su 1.500 ha di valli circa
     (d=0.60) a  fronte delle  302 su 10.000 ha circa del delta (d = 0.03), delle  151
     su 2.000 circa di Valle Bertuzzi (d= 0.07) e delle 275 su 11.000 ha delle Valli
     di  Comacchio (i vi compresa parte del Mezzano: d = 0.02). In tale si tu azione
     i lavori di arginatura e  di rifacimento dei canali interni  (con conseguente
     riporto e rialzo di terreni) incide in genere in misura maggiore rispetto a lla
     superficie complessiva della valle, il cui assetto generale  tende sempre più
     a discostars i dal modello ambientale della laguna vera e  propria, per assu-
     mere caratteristiche via via sempre più artificiali e, di conseguenza, favore-
     voli  all'insediamento di  Gabbiani reali  nidificanti.
         Per  a lcune  aree che  non hanno subito recenti  trasformazioni  la  consi-
     stenza del Gabbiano reale sembra essere attualmente abbastanza stabile  o
     in lievissimo incremento (Valli di  Comacchio: Brichetti e  Isenmann,  1981).
     Per aree invece r imaneggiate di t-ecente si è potuto constatare l'insediamen-
     to di cospicue colonie ex novo (ad esempio in occasione del riempimento delle
     casse d i colmata  nella laguna di Venezia, realizzate per dragare il nuovo ca-
     nale navigabile verso Porto Marghera). Nel caso di interventi di più limitata
     estensione si è  verificato altresì l'incremento delle colonie  preesis tenti, co-
     me è il caso di Valle Cavanata, presso Grado, dove una nuova  arginatura ed
     alcuni nuovi isolotti hanno determinato forse il raddoppio del numero di cop-
     pie ivi nidificanti in precedenza. Sebbene manchino precise  indicazioni su l-
     l'entità delle colonie un tempo esistenti in queste zone, non vi è dubbio che
     la situazione complessiva  dimostra notevoli  similarità con  quella  descritta
     da Isenmann (1976c) per la  Camargue. Lo sviluppo turistico di  cittadine an-
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