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delle AMP e gli altri enti pubblici operanti sul territorio, risul- dente alla “costruzione di un sistema unitario di aree pro- Italia dei Parchi - LXXXV
tano collaborativi nel 66,6% dei casi, conflittuali e indiffe- tette”, superando gestioni autarchiche, rigidi limiti di demar-
renti nel restante 33,3 %. cazioni e quella sovrapposizione di competenze che all’atto
I dati fino a qui esposti consentono di fare alcune prime valu- pratico creano enormi difficoltà. Un chiaro esempio è dato
tazioni sulla gestione delle Aree Marine Protette. Esistono dall’isola di Ustica, dove è emerso, grazie all’indagine
numerosi ostacoli alla gestione delle AMP, in particolare check-up, che la AMP risulta gestita dal Comune, e la parte
sono legati alla mancanza ancora di una cultura della protetta terrestre dalla Provincia: il confine di queste due
gestione: la classe dirigente non è sufficientemente adeguata aree è dato da una fascia di territorio di proprietà dema-
a questa sfida. Fondamentale diventa quindi la formazione niale. Una netta divisione, quindi, tra area protetta marina e
degli amministratori dei parchi per il raggiungimento di una area protetta terrestre, cui si somma la “demarcazione” dei
gestione responsabile e partecipativa. La struttura operativa beni del demanio marittimo, la cui amministrazione è di
dell’Ente gestore dovrà essere pertanto modellata su aspetti, competenza della nuova Agenzia del demanio che da gen-
sia di natura culturale che strutturale, superando i limiti della naio 2001 opera in regime di convenzione con il Ministero
carenza di professionalità degli operatori, i ritardi accumu- delle Finanze.
lati nella realizzazione di opere e sevizi, i ritardi nel recu- Alla luce di quanto detto, l’attività di gestione delle “aree
pero degli investimenti, la carenza di risultati concreti. marine protette”, in modo, indipendente dal livello istituzio-
Per compiere questo salto di qualità si ritiene che sia neces- nale, deve essere vista come un momento della gestione più
sario da parte dell’autorità centrale di governo dedicare più complessiva, di cui le stesse fanno parte integrante, quando
risorse per la gestione ordinaria e garantire una politica di non la rappresentano totalmente. Se da un lato, infatti, l’isti-
sistema delle aree marine protette inserendole nelle strategie tuzione di un’area naturale protetta è il momento conclusivo
di sviluppo regionali, nazionali e in particolar modo del di un processo di studio ed approfondimento che in sede isti-
mediterraneo. La stessa indagine effettuata sul territorio tuzionale ha portato alla sua individuazione, al tempo stesso
nazionale mette in rilievo diversi problemi: primo fra tutti la è da considerarsi come inizio di tutte quelle attività che, con
mancanza di correlazione tra la gestione integrata delle una gestione idonea, conducono alla sua valorizzazione.
coste e la relativa pianificazione o programmazione. Questo Una gestione, consapevole integrata, delle aree marine pro-
porta alla necessità di una valutazione d’insieme degli inte- tette deve partire, quindi, da una buona pratica economica,
ressi e delle numerose attività che possono svolgersi nella istituzionale e sociale, prendendo forma nelle attività che si
zona d’interscambio fra l’ambiente terrestre e quello marino, svolgono sia a mare che a terra. Il mare, infatti, si gestisce
necessità che spinge ad inserire le aree marine protette, a proteggendo soprattutto il confine con la terra emersa, pia-
tutti gli effetti, in una politica nazionale basata su alcuni assi nificando razionalmente la distribuzione e lo sviluppo delle
fondamentali: la pesca, il turismo, l’agricoltura, la biodiver- attività umane, e verificando la capacità di carico del
sità, etc. Quali che siano le attività da prendere in conside- sistema marino rispetto agli usi antropici che su di esso insi-
razione, attualmente, sul piano normativo, non esiste un’u- stono. In termini programmatici e progettuali per l’integra-
nica “autorità”, competente a dettare norme in materia di zione degli ambiti terra-mare bisognerà dotare l’area pro-
gestione della fascia costiera, ma di contro si vengono a tetta di un sistema di servizi a vario livello, strutturati per la
delineare una frammentarietà di ordinamenti nazionali, ter- fruizione guidata sia dell’ambiente marino che terrestre e
ritoriali e locali ai quali corrispondono una pluralità di stru- basati su un’organizzazione multidisciplinare delle cono-
menti di intervento tutti convergenti alla tutela delle coste, ma scenze ambientali. Il problema della gestione delle aree
tra loro non coordinati, perché nati da diversi punti di vista. naturali protette deve essere visto come un momento della
Nell’intento dunque, di superare le “criticità ambientali e gestione più complessiva degli ecosistemi, di cui le stesse
paesistiche”, si comprende l’esigenza di definire la compati- fanno parte integrante. Malgrado ciò, appare necessaria
bilità tra, i diversi indirizzi normativi delle attività costiere, una gestione calibrata sulle peculiarità dei luoghi e sui tema-
(tendenti a scenari di sviluppo turistico), e gli indirizzi di pia- tismi specifici, per evitare procedure ed interventi generici,
nificazione spaziale delle aree marine protette. Emerge inol- corretti da un punto di vista formale, ma poco efficaci dal
tre che i conflitti interni, che influiscono sulla loro gover- lato pratico.
nance, derivano non soltanto dal contesto terrestre (inquina-
menti, scarichi a mare, erosione costiera, etc.), ma soprat- Sintesi della tesi di specializzazione del Master in “Condu-
tutto dalle pianificazioni delle zone di tutela a mare. Basti zione di Parchi Naturali” dell’Università Mediterranea di
pensare che le attività di pesca spesso si scontrano con Reggio Calabria all’interno della ricerca complessiva: “Inda-
rigide norme vincolistiche, o di contro, zone di particolare gine comparativa sulla gestione delle Aree Marine Protette”
importanza per la riproduzione, e la sopravvivenza di spe- La tesi è pubblicata integralmente nel volume: Concetta Fal-
cie in pericolo vengono interessate da fenomeni di sovrap- lanca De Blasio (a cura di), 2002,“Parchi Naturali”, iiriti
pesca. Nondimeno emergono conflittualità tra le stesse spe- editore.
cie, o nei rapporti tra popolazioni faunistiche di mare e di
terra. Ancora più evidenti sono gli effetti di inquinamento e Analisi comparativa qualitativa dei
degrado causati dal turismo da diporto e di contro le voca- dati Check-Up sul turismo responsabile
zioni turistiche tradizionali delle stesse aree marine protette nelle AMP
(si pensi al caso di Portofino).
E’ importante trascendere la netta divisione giuridica e di Pasquale Gioffrè
amministrativa tra le aree protette marine e quelle terrestri,
anche secondo quanto auspicato dalla Legge Quadro, ten- La metodologia adoperata per ottenere i dati necessari, per