Page 12 - Nappi_2004

Riguardo l'applicabilità di indici quantitativi significativo
è un recente studio sulle cenosi di micromammiferi nella
Riserva Naturale Sasso di Simone (AR) dove, individuate
tre tipologie di campionamento: prato, coltivo e pascolo, si è
visto come in quest'ultima venivano registrati i più bassi
valori degli indici di livello trofico, Shannon e Simpson
(Agnelli et al., 2003) suggerendo forme di gestione della
Riserva mirate ad un contenimento della pressione di
pascolo volto non solo a garantire una buona stabilità del
popolamento a micromammiferi, ma anche di tutta la
comunità di predatori che da essa dipende. Non solo la
cenosi però riflette precise condizioni ambientali ma anche
parametri quali la morfologia, la fisiologia e il
comportamento le cui alterazioni possono spesso risultare da
livelli di contaminazione di un'area.
Sono noti ad esempio 1 cram teratologici dei
micromammitèri della Piana del Garigliano, zona dove fu
insediata una centrale nucleare (Fig. 4; Amarena et al.,
1993) e, in tre località del Lazio dove sono stati eseguiti
studi morfologici sui Roditori presenti, il maggiore tasso di
malformazioni è stato evidenziato per la località di
Palombara Sabina, zona antropizzata a intensa attività
agricola (Cavendon et al., 1990).
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FIG. 4 - Cranio teratologico di Crocidura indeterminata da
una borra di Barbagiauni Tyto alba presso la centrale
elettronucleare del Garigliano (LT) (ridis. da foto in
Amarena et al., 1993).
Somministrando sperimentalmente del dimetoato - un
pesticida organofosfato - in dosi subletali a Toporagni
comuni Sorex araneus e Topi selvatici Apodemus sylvaticus,
si è registrata m essi un'inibizione dell'attività
dell' acetilcolinesteserasi nel cervello con effetti negativi
sulla locomozione, il comportamento esplorativo e
l'ammsamento (Dell'Orno e Shore, 1996a; 1996b;
Dell'Orno et al., 1997), effetti simili riscontrati anche per
assunziOne indiretta del pesticida facendo mangiare ai
Topo ragni vermi contaminati (Del!' Orno et al., 1999)
mentre un altro noto inquinante, il cadmio, questa volta
sperimentato sull'Arvicola rossastra, ne ha ridotto
l'assorbimento di calcio, magnesio e fosforo con
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