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X. 9. La musica di tradizione orale 223
Le donne, a loro volta, eseguono
rosari e canti quasi esclusivamente
in stile monodico. Nei giorni del
Triduo pasquale il clima di cordo-
glio è inoltre marcato dal suono di
crepitacoli, tamburi e trombe.
I canti polivocali presentano una
struttura ricorrente basata su prin-
cipi melodico-armonici derivati dal
canto liturgico: un solista svolge la
Fig. X.63. Tusa 1999. Cantori della Settimana Santa melodia e il coro realizza accordi
[foto di S. Bonanzinga]
diversamente costituiti in coinci-
denza delle cadenze intermedie e
finali, oppure si limita ad alternare
in cadenza la tonica (a distanza di
ottava o all’unisono) e la domi-
nante, rafforzando la sillaba finale
del verso. La voce conduttrice, di
solito caratterizzata da pregevoli
melismi, ha anche il compito di
enunciare il testo poetico (talvolta
si alternano due o più solisti).
Fig. X.64. Alimena 2010. Cantori della Settimana L’esecuzione monodica si fonda su
Santa [foto di Francesca Chimento] strutture melodiche tendenzial-
mente modali, che possono presen-
tare diversi gradi di ornamentazione. I repertori locali comprendono un numero
variabile di canti con testo in latino, in siciliano e in italiano (per un quadro generale
si veda Macchiarella 1995).
Numerosi canti eseguiti nel periodo pasquale attingono a un lungo componimento
intitolato La Passioni di Gesù Cristu, attributo a tale Deca Niculaci, “poeta popolare”
di epoca e provenienza ignote (cfr. Alesso 1903: 211). Come il Viàggiu di Annuleru,
anche questa Passioni gode tuttavia di un’ampia diffusione, con la proliferazione di
varianti e parafrasi più o meno consistenti. A Butera, un antico centro interno del Nis-
seno, il canto è a esempio costituito da cento ottave endecasillabe: oltre il doppio delle
strofe rispetto alle versioni più estese tramandate in altre località della Sicilia centrale