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X. Guida bibliografica 259
dedica i due volumi iniziali della Biblioteca (Canti popolari siciliani raccolti ed illustrati, Pe-
done Lauriel, Palermo 1870-71, seconda ed. 1891), corredando l’opera di una preziosa Appen-
dice musicale contenente 32 melodie trascritte da vari autori. Nel 1874 Vigo dà alle stampe la
riedizione della sua già copiosa antologia, ora ribattezzata Raccolta amplissima di canti popo-
lari siciliani (Tip. dell’Accademia Gioenia di C. Galatola, Catania). Altri studiosi concentrano
le indagini in territori circoscritti: l’insegnante liceale messinese LETTERIO LIZIO BRUNO si oc-
cupa dei Canti popolari delle Isole Eolie e di altri luo ghi di Sicilia (Tip. D’Amico, Messina
1871; ried. a cura di S. BONANZINGA, Folkstudio, Palermo 1987); CORRADO AVOLIO, di profes-
sione farmacista ma pioniere degli studi dialettologici in Sicilia, raccoglie i Canti popolari di
Noto (Tip. Zammit, Noto 1875; ried. a cura di A. BUTTITTA, Edizioni della Regione Siciliana,
Palermo 1974); il barone SERAFINO AMABILE GUASTELLA DI CHIARAMONTE GULFI volge la pro-
pria attenzione ai Canti popolari del Circondario di Modica (Lutri e Secagno, Modica 1876).
Oltre a Pitrè, solo Vigo e Avolio pubblicano anche qualche esempio musicale: si tratta, ri-
spettiva mente, di cinque canzonette arrangiate per voce e pianoforte e di un “canto dei contadini
di Noto”. I primi studi di etnografia musicale sono invece realizzati da due musicisti di profes-
sione. CORRADO FERRARA, insegnante e direttore di banda, illustra le tradizioni musicali del
proprio paese in due preziosi volumetti che contengono complessivamente settantasette nota-
zioni musicali: La musica dei vanniaturi o gridatori di piazza noti giani (Tip. Zammit, Noto
1896; ried. in “Nuove Effemeridi”, a. III (1990), n. 11, pp. 153-175) e L’ignota provenienza
dei canti popolari in Noto (Tip. Zammit, Noto 1908). Molto più ampia è la portata delle ricerche
compiute da ALBERTO FAVARA, compositore e docente presso il Conservatorio di Palermo. Le
sue indagini si svol gono fra il 1896 e il 1923 ma hanno carattere di continuità soltanto dal 1898
al 1905, poi ché non viene in al cun modo sostenuto dalle istituzioni nella sua iniziativa. Favara
riesce comunque a svolgere un imponente lavoro di documentazione della musica tradizionale
nella Sicilia nordoccidentale, come attestano le oltre mille notazioni che compongono il suo
Corpus di mu siche popolari sicilane, sottoposto a revisione critica e dato alle stampe in due
volumi soltanto nel 1957 grazie all’impegno dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti di Pa-
lermo. Curatore dell’opera è un altro pioniere degli studi etnomusicologici: OTTAVIO TIBY, ge-
nero di Favara, che nel primo volume del Corpus pubblica un ampio Studio introduttivo. Altri
testi di Favara, in parte inediti, vengono pure resi disponibili in un volume curato dalla figlia
Teresa: Scritti sulla musica popolare siciliana - Con un’appendice di scritti di U. Ojetti, C.
Bellaigue, E. Romagnoli e A. Della Corte, De Santis, Roma 1959.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso si apre la stagione dell’indagine moderna, non più
affidata alla trascrizione “a orecchio” delle melodie ma alla registrazione attraverso il magne-
tofono. Le prime indagini sono promosse dal Centro Nazionale Studi di Musica Popolare
(CNSMP) di Roma, dal 1989 ribattezzato Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazio-
nale di Santa Cecilia. In questo quadro si colloca la ricerca condotta nel 1954 da ALAN LOMAX
e DIEGO CARPITELLA che ha per la prima volta offerto un’ampia panoramica dei repertori et-
nomusicali siciliani, fruibili dal 2000 grazie alla pubblicazione di un CD corredato da libretto:
Italian treasury: Sicily (con testi di S. BONANZINGA, M. GERACI, A. LOMAX, G. PLASTINO e
M. SARICA, Rounder 11661- 1808-2). Altra ricerca degna di nota è quella condotta nel 1955
da una équipe di ricercatori italiani e stranieri, tra i quali anche Tiby e il belga PAUL COLLAER,
che sarà incaricato – a causa dell’improvvisa scomparsa del collega siciliano – di redigere