Page 10 - ValutazioneRiservaIsoleEgadiVASTA-EGADI
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al., 1976; Fankboner & DeBugh, 1977; Azam & Ammerman, 1984),
generando come risultato un flusso di DOM (materia organica disciolta)
nell’ambiente acquatico. Una parte di questo è rapidamente utilizzata dai
batteri che trasformano la materia organica in particellato, in forma di
esoenzimi e muco. Un'altra frazione della DOM è convertita e trasformata in
particellato dai processi fisico-chimici che avvengono nell’interfaccia (sulle
piante, sulle rocce o sui sedimenti).
Quantità e qualità della materia organica dei sedimenti sono i maggiori
fattori che influenzano il metabolismo e la dinamicità della fauna bentonica
(Graf et al.,1983, Grant & Hargrave,1987). La maggior parte della materia
organica totale contenuta nei sedimenti fornisce una scarsa informazione
sulla sua reale utilità per i consumatori (Bianchi & Levinton,1984; Newell &
Field,1983). Negli ultimi anni grande importanza è stata data al valore
nutrizionale della materia organica dei sedimenti valutando la sua
composizione biochimica (Fabiano et al.,1995). Per stabilire l’origine e la
qualità della materia organica sono stati usati nel tempo vari strumenti
analitici come ad esempio l’analisi di alcuni marker biochimici come lipidi,
protidi, e carboidrati (Pusceddu et al.,1997), fitopigmenti (Parson et al.,1985),
lignina e suoi derivati (Hedges & Parker 1976) e più recentemente delle
composizioni isotopiche del carbonio organico (¹²C/¹³C, Sackett 1989). In
particolare il rapporto tra gli isotopi stabili del carbonio (¹²C/¹³C) fornisce
informazioni circa l’origine della materia organica primaria e sulle sue
modalità di canalizzazione verso i livelli trofici superiori.
Lo strato superficiale è una zona di intensa attività microbica e
geochimica, il microfitobentos si distribuisce maggiormente in superficie
proprio per la capacità di fissare la CO2 in materia organica. Il
microfitobentos può contribuire direttamente alla produttività nella colonna
d’acqua quando c’è una risospensione (MacIntyre et al., 1996) e può giocare
un ruolo importante nel modulare lo scambio dei nutrienti fra i sedimenti e la
colonna d’acqua (Sundback et al.,1992). La risospensione controlla anche la
relativa quantità di carbonio organico.
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