Page 8 - ValutazioneRiservaIsoleEgadiVASTA-EGADI
P. 8

trofiche (Fichez, 1991; Roy et al., 1991; Navarro et al.,1993; Navarro e
Thompson, 1995; Danovaro e Fabiano, 1997; Alabiso et al., 1997; Pusceddu
et al., 1997; Sarà e Mazzola, 1998; Sarà et al., 1998).

   La materia organica negli ambienti acquatici può essere divisa in due fasi:
particellata, comprendente materiale avente diametro maggiore di 0.45 m, e
disciolta, che include la materia organica disciolta nella colonna d’acqua e le
sostanza colloidali e che attraversa filtri con porosità di 0.45 m. La quantità
di materia organica disciolta è circa 20 volte superiore rispetto alla materia
particellata e, facendo riferimento al carbonio organico disciolto, presenta
concentrazioni medie di 3 mg/l. La degradazione batterica rappresenta il
principale meccanismo tramite il quale il particellato è rimosso dalla colonna
d’acqua e degradato.

   La materia organica particellata (POM) è suddivisa in amorfa e morfa
(Bowen, 1984); il particellato amorfo è molto più facilmente digeribile dagli
animali rispetto al particellato morfo. Il particellato negli strati superficiali della
colonna d’acqua è formato per lo più da detrito (composto da materiale in
sospensione non vivente) e fitoplancton; anche se quest’ultimo, nella zona
eufotica, costituisce più di un quarto di tutta la sostanza particellata. Inoltre i
batteri ne rappresentano una grossa componente, mentre funghi e lieviti
sono presenti solo in piccola percentuale.

   L’incremento di composti organici e di energia chimica in un ecosistema
viene definito produttività primaria. In genere viene assunto che la
produttività primaria in un ambiente marino è determinata dalla fotosintesi di
composti organici del carbonio da parte del fitoplancton.

   L’energia prodotta tramite la fotosintesi è disponibile o per la sintesi di una
nuova biomassa o per il mantenimento della biomassa esistente tramite la
respirazione, processo inverso alla fotosintesi dal momento che converte
gran parte dell’energia contenuta nei legami chimici in calore. Lo stato
energetico della biomassa vegetale viene quindi determinato dal
bilanciamento di entrambi i processi.

   I fattori chimico-fisici che, comunque, più degli altri regolano la produttività
primaria sono la temperatura e la disponibilità di nutrienti disciolti.

                                                             7
   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13