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La costa
Tra le tonnare a noi note quella di Favignana è fra le poche ad
avere questa rete (fig. 2). La sua funzione, come suggerisce lo stesso
termine, è quella di deviare in assenza di una costa naturale il cam-
mino dei tonni verso la cura. Si distingue in costa auta e costa vascia
(fig. 3) ed è costituita da un cavu i summu, cavo d’acciaio lungo circa
3.500 metri, e da una rete ad esso legata per tutta la lunghezza. Il
cavo è diviso in scoli, segmenti di 42 o 50 metri. Per tendere bene il
cavo si calano quattro o cinque scoli per volta, si ntitina e si crucia.
Con il verbo ntitinari si indica l’operazione per cui mediante un cavo,
ntitina, legato ad un’ancora, si tendono quattro o cinque scoli (fig. 4).
La ntitina era costituita da un palumaru, termine che indicava un
cavu ri ddisa. Oggi il palumaru è stato sostituito da un cavo di accia-
io. Notiamo che il verbo ntitinari riferito dal suttarraisi come proprio
alle attuali operazioni in cui è usato il cavo d’acciaio, per il rraisi è
esclusivamente da riportare all’uso del palumaru ri ddisa e dunque
impropriamente, a suo avviso, il termine ntitinari è rimasto in uso.
3.
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