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                                 Un verbo di significato generico cioè (ntitinari significa tendere)
                                 viene dal rraisi ricondotto all’uso tradizionale di un oggetto preciso.
                                 Con il verbo cruciari si indica il disporre trasversalmente alle estremi-
                                 tà di ogni scola due ancore (fig. 5). I sostantivi che indicano le opera-
                                 zioni espresse dai verbi ntitinari e cruciari sono la ntitinata e il crucia-
                                 tu. In due punti della costa le reti vengono disposte a forma di U
                                 costituendo due campili: campili i costa vascia e campili i costa auta
                                 (figg. 6a e 6b). Questa disposizione delle reti indirizza i tonni verso
                                 ponente, cioè verso la cura, e quindi verso l’isola. Nella disposizione
                                 dei campili vengono interessati cavi e ancore le cui specifiche funzio-
                                 ni sono facilmente desumibili dallo schema riportato in fig. 6a-b, ove
                                 si relazioni la posizione dell’ancora o del cavo con la struttura da sta-
                                 bilizzare in acqua. I termini dialettali con cui sono indicati singolar-
                                 mente cavi ed ancore rimandano a diversi sistemi di riferimento (fun-
                                 zione, forma, ubicazione).



                                 La cura

                                   È una rete che unisce l’isula alla terraferma (fig. 2). Costituisce bar-
                                 riera per i tonni che sono obbligati a risalirla e a dirigersi dunque
                                 verso l’isula. La cura viene calata con gli stessi criteri della costa e pre-
                                 senta un solo campili. Ancore e cavi — come si può notare dalle figg.
                                 6a-b e 7 — sono eguali a quelli della costa e si identificano in massi-
                                 ma parte con gli stessi termini. Il punto in cui la cura si unisce all’isu-
                                 la è denominato u spicu (fig. 8) ed è segnato da un’asta che emerge
                                 per circa due metri dalla superficie del mare (ph. 9) e sulla quale sono
                                 apposte delle immagini sacre (e pertanto le successive denominazio-
                                 ni: cruciddra, spicu ô Signuri e san Petru).



                                 L’isula

                                   Tralasciamo di esporre le operazioni del cruciatu e del calatu e ci
                                 limitiamo alla descrizione dell’isula già posizionata in mare.
                                   L’isula è costituita da più vasi o cammari cioè spazi delimitati da
                                 reti, rrizzi (figg. 9 e 10). Alcune camere comunicano tra loro attraver-
                                 so l’apertura o la chiusura di una rete chiamata porta.“Apri la porta”
                                 si dice: cala;“chiudi”si dice: leva. I due termini cala e leva sono propri





                                                                                                        la mattanza  15
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