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200                       X. 9. La musica di tradizione orale




                                                  la realtà economica siciliana.
                                                     Il panorama agrario della Sicilia è
                                                  stato fin dall’antichità connotato dalla
                                                  coltivazione del frumento. Le estenuanti
                                                  mietiture estive venivano condotte da
                                                  squadre di contadini (opra d’òmmini,
                                                  ciurma), spesso impegnati in vere migra-
                                                  zioni stagionali per lavorare negli assolati
                                                  “feudi” dell’interno. Come altri lavori
            Fig. X.52. Calamònaci 1993. Mietitura del  agricoli, anche la mietitura era caratte-
            grano [foto di Giovanni Moroni]
                                                  rizzata da usi lo cali che ne differenzia-
            vano lo svolgimento nelle varie parti dell’Isola. L’organizzazione si pre sentava
            tuttavia ana loga nei suoi tratti fondamentali. I principali momenti della giornata –
            avvio, soste e conclusione – erano scanditi da testi poetici a tema devozionale (so-
            prattutto sequenze di acclamazioni, preghiere e frammenti di storie sacre). Una volta
            invocata la protezione delle divinità, i mietitori si avvicendavano liberamente nel-
            l’esecuzione delle tradizionali canzuni del repertorio contadino, prevalentemente a
            tema amoroso ma anche di carattere satirico o a sfondo sociale.
               La forma melodica di base è distica (due frasi melodiche corrispondono a due versi
            del canto) con profilo di norma non riconducibile ai moderni impianti tonali. L’esecu-
            zione è talvolta caratterizzata da interventi polivocali in coincidenza delle cadenze fi-
            nali e spesso i mietitori si alternano non eseguendo intere canzuni ma solo uno o più
            distici sfidandosi reciprocamente nella prosecuzione del canto. Vediamo tre esempi:
            nel primo si denunciano le fatiche del lavoro nei campi; nel secondo il primo mietitore
            esegue tre versi e un compagno si inserisce cantando il quarto in tono sfottente; il terzo
            si basa su una metafora floreale ricorrente nel repertorio dei canti d’amore (l’amata,
            in questo caso, equivale a un pregiato garofano da accudire con gran cura).


                                                          Esecuzione: Giuseppe Messina.
                                      Rilevamento: R. Acquaviva; Buscemi (SR), 20/06/1995.
                                       Edizione: Acquaviva/Bonanzinga cd.2004 (traccia 8C).

                  Maronna quantu è gghiàutu stu suli,
                  facìtulu prestu stramuntari
                  ca iavi u gnuornu ca sugnu misu a bbuccuni!
                  Nun lu faciti no ppi li massari,
                  facìtulu pi lli pòviri iurnatari,
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