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198 X. 9. La musica di tradizione orale
per ogni sillaba accentata dall’uso toccando in giro sul petto ciascuno dei giocatori o
delle giocatrici, così che colui (o colei) sul quale cade l’ultima sillaba, va sopra, o
sotto, ovvero fuori i pericoli del giuoco, secondo quanto è stato stabilito innanzi. Al-
cune di queste filastrocche son dei giuochi, o meglio, de’ passatempi per se stessi, e
tante volte si ripetono quante volte si vuol rifare il giuoco; altre servono solo per con-
tarsi, e si conta sempre da destra a sinistra cominciando da chi tocca, che è quello da
cui si comincia a contare. Contare altrimenti sarebbe contro regola, e quindi ragione
di nullità del conto, come il finire con cadenze, p. e., quadrisillabe una filastrocca co-
minciata con cadenze trisillabe, giacché ne verrebbero a variare i risultati della scelta
[…]» (Pitrè 1897: 19-20). Alle modalità descritte da Pitrè si uniforma la conta Pisi
pisella rilevata ancora a Sortino:
Esecuzione: Pina Garofalo.
Rilevamento: S. Bonanzinga; Sortino (SR), 25/11/2000.
Edizione: Bonanzinga cd.2008 (CD1, traccia 11).
Pisi pisella,
cannuni cannella.
Cannella cussì ffina
ppi ssanta Marina.
Marina mulinara,
n-celu scala.
Scala e scaluni,
pinni i picciuni.
Bbì bbà, nesci fora e vvola ccà!
In numerosi giochi infantili ricorre l’arcaico motivo della danza circolare eseguita
tenendosi per mano o sotto braccio. Non è raro che questi giochi, quasi esclusiva-
mente praticati da bambine, siano fondati sulla drammatizzazione di cicli agrari o
delle cerimonie nuziali, e come propiziazione della fertilità si può interpretare il gesto
di toccare terra, accovacciarsi o cascare con cui spesso si conclude il girotondo. Così
anche nel seguente esempio registrato a Buscemi, dove i partecipanti si tenevano per
mano e cantavano muovendosi in circolo, per concludere ogni giro accovacciandosi
a terra mentre si pronunciava il verso del gallo:
Esecuzione: Angela Trigila.
Rilevamento: R. Acquaviva; Buscemi (SR), 07/10/2003.
Edizione: Acquaviva/Bonanzinga cd.2004 (traccia 7).