Page 7 - Buttitta_2011
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Non sembrerebbe che dalle "perriere" i Pallavicini ricavassero molto        nacque,  che  esso Gabellato si volle  dismettere dalla  Gabella sudet-
            in termini monetari; di certo potevano edificare per esigenze proprie       ta,  e riconsegnò nuovamente aiiAmministrazione tutto ciò, che  li era
            senza  porsi  il  problema del  reperimento delle pietre e dei costi .      stato consegnato meno li due bovi  uccisi».
            A fine  '700,  il  guadagno netto medio annuo, derivante alla  proprietà     Uno  dei  nodi  del  forte  contrasto  con  la  proprietà  era  determinato
            dallo sfruttamento delle cave,  rappresentava  poco più  dell'1 %  degli    dall'obbligo imposto ai  cavatori di avvalersi per il  trasporto delle pie-
            introiti generali delle Egadi (che ammontavano a circa 8200 onze nel        tre esclusivamente dei  mezzi forniti  dai  Pallavicini,  anche  e soprat-
            1799); infatti,  deducendo le «spese delle Carrette,  Ferramenti,  Bovi,    tutto per motivi di  controllo effettivo delle quantità estratte. Questa
            Soccorsi alli  Perriatori,  ed  erbaggio per li  Bovi,  per trasporto di  detta   imposizione,  secondo  il  parroco  di  Marettimo,  Mario  Zinnanti,  -
            pietra»,  che rimanevano a carico dei  Pallavicini,  residuavano circa  84   autore di  una  sintetica monografia sulle  Egadi  pubblicata nel 1912 -
            onze.  Nel  1808  erano  soltanto  17  i pirriaturi- di  cui  si  conoscono   sarebbe  stata  alla  base  delle  violente  proteste  dei  favignanesi  e
            anche  i  nomi  - ai  quali  sicuramente  si  aggiungeva  un  imprecisato   della  redazione di  un'istanza al re  che avrebbe accolto le  ragioni del
            numero di  operai,  aiutanti  e  lavoranti  saltuari,  autorizzati  a coltivare   reclamo disponendo l'abolizione di  detto obbligo.
            le cave e contrattualmente tenuti a pagare un  diritto fisso al  proprie-   A  metà  '800  l'attività  estrattiva  comincia  a  diventare  sempre  più
            tario dell'isola,  cioè  la  cosiddetta  "fida',' che  a quella data ammonta-  intensa e redditizia:  all'imbarco si  pagavano, adesso, 30 tarì  ogni  100
            va  a 6  tarì  per ogni  100  "cantoni"  estratti.  Poiché,  mediamente,  il   cantoni corrispondente ad un prezzo alla cava di circa 20 tarì ogni 100.
            prezzo di vendita per i conci  «siti e posti alle loro Perriere » si attesta-  Quando  nel  1874  Ignazio  Florio  subentrò  agli  eredi  dei  marchesi
            va  a 9 tarì per ogni  100,  la  differenza di 3 tarì era ciò che rimaneva  in   Pallavicini, acquistando l'arcipelago delle Egadi, diede subito incarico di
            potere  del  cavatore;  non  molto  se  si  considera  il  dispendio  fisico   predisporre  i  disegni  e  le  tavole  per  una  "casa  in  campagna  in
            quotidiano  di  energie  e  il rischio  di  infortunio, di  certo,  però,  più  di   Favignana" all'architetto Giuseppe Damiani Almeyda il  quale, già a feb-
            quanto avrebbe ricavato dal  lavoro agricolo. Tuttavia,  al  di  là  dell'osti-  braio del  1875, fu  in grado di presentare al  committente un progetto di
            lità  a  riconoscere  l'obbligo  del  pagamento  della  "fida','  i  pirriaturi   massima  e  un  primo  schizzo  del  prospetto. Il  dato  che  qui  interessa
            erano debitori cronici verso la  proprietà e, dall'importo complessivo      sottolineare  è  rilevabile  dalla  relazione  di  accompagnamento  nella
            incamerato e ufficialmente dichiarato dai  Pallavicini annualmente,  si     quale  il progettista  prevedeva,  fra  l'altro,  che  il palazzo  di  villeggiatura
            rileva  che,  nei  primi  decenni  dell'800,  il  numero  di  conci  estratti a   dovesse  sorgere  nello  stesso  luogo  della  pericolante  e  quasi  diruta
            Favignana oscillava da  20 a 30 mila  unità. È un  dato inferiore a quel-   torre di  San  Leonardo e che  il  neo-proprietario, ottenuta l'autorizzazio-
            lo reale in quanto non tiene in alcun conto del fenomeno delle estra-        ne  a  provvedere  allo  smantellamento  della  struttura  a  sue  spese,
            zioni  abusive,  il  cui  controllo  risultava  estremamente  difficoltoso.   potesse utilizzare i blocchi di  pietre ritenuti necessari integrandoli con  i
            Non  a caso,  infatti,  i proprietari  genovesi,  constatato che  il sistema   "cantoni"  delle due cave  di  San  Francesco e di  Frascia. Il  primo edifi-
            della  "fida" non  recava  grandi vantaggi,  dal  1798 decisero di  dare in   cio floriano,  emblema di  una  nuova  trionfale  stagione  imprenditoriale,
            gabella  le cave al  favignanese  Mauro Livolsi,  consegnandogli  buoi e    sarebbe sorto, quindi, sulle fondamenta di  un antico baluardo compra-
            carrette  per  il  trasporto  dei  "cantoni"  agli  "scari"  d'imbarco.     to  nell'agosto del  1876,  da  potere  del  Comune,  per 4.500  lire.  Era il
            Purtroppo  però  «questa  novità  dispiacque  a taluni  de'  favignanesi,   segno dei tempi: la modernità irrompeva nell'isola sostituendo un rude-
            che  ritraevano  qualche  vantaggio  dalla  detta  Economia;  chepperò       re-simbolo dell'architettura militare spagnola dello scacchiere.mediter-
            dopo  la  detta  fatta  consegna,  di  notte  tempo,  in  due  distinte  notti   raneo,  con  il  palazzo di villeggiatura,  dimora-simbolo del  nuovo potere
            furono uccisi due bovi  de' consegnati al  detto Gabellato, dal  che  ne    finanziario di  un  principe meridionale del capitalismo ottocentesco.


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