Page 8 - Buttitta_2011
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Il  riuso dei conci,  in  verità,  non costituiva  un'eccezione,  proprio per   mestiere duro e poco redditizio ma lo ha  preferito al  lavoro sul  mare
             la  naturale duttilità e per le  possibilità di  rimodulazione degli stessi .   che,  nella  mentalità dei cavatori,  presenta maggiori svantaggi  (man-
             l  mercanti-imprenditori  inglesi  del  vino  Marsala,  per  esempio,  lo   cata continuità)  e rischi . Tra  i praticanti questo mestiere non si è  mai
            compresero immediatamente, rilevando tra fine '700 e inizio  '800 i          diffusa  la  coscienza  di  costituire  una  categoria di  lavoratori  ben  pre-
             bagli  abbandonati  di  due  antiche  tonnare,  autentiche  cattedrali      cisa,  con  interessi comuni da salvaguardare: ognuno lavorava  in  pro-
            preindustriali,  fuori  le  mura dell'omonima città,  costruiti  con  la  cal-  prio badando quasi esclusivamente al  proprio tornaconto».
            carenite  disponibile  in  quello  stesso  territorio;  John  Woodhouse      La  dimensione  lavorativa  che  connotava  questa  attività  era,  quindi,
            senior acquisì  l'ex tonnara  del  Cannizzo  e Thomas  Corlett l'ex ton-     agli antipodi  dell'organizzazione  piramidale  propria  del  microcosmo
            nara  di  Boeo,  apportando tutte  le  modifiche necessarie e funziona-      sociale  delle tonnare,  all'interno del  quale  l'unica  individualità auto-
            li alle nuove e diverse esigenze produttive enologiche. Va  sottolinea-      rizzata  e  riconosciuta,  sia  dalle  ciurme  di ,terra é  di  mare,  sia  dalla
            ta,  tuttavia,  un'importante differenza  qualitativa  nei  blocchi  di  colo-  proprietà  e  dagli  amministratori  che  a lui  affidavano  le  sorti  di  una
            re giallo estratti nelle cave altrettanto grandi e produttive di  Marsala    buona  mattanza,  era  quella  del  raisi.  Non  sussisteva  alcun  punto di
            e  di  Mazara  del Vallo,  che  risultavano  più  friabili  e  meno resistenti   contatto tra i due mondi e l'eterogeneità delle modalità di lavoro- da
            rispetto a quelli estraibili nella maggiore delle Egadi.                     una  parte  la  solitaria  fatica  dei  pirrriaturi,  dall'altra  la  collegialità  in
            Don  Vincenzo  Florio,  padre  del  futuro  proprietario  di  quelle  isole  in   tutte le fasi, da  quelle preliminari alla  pesca,  fino alla  lavorazione del
            qualità  di  gabellato  delle  tonnare  dal  1842  al  1859,  fece  costruire   prodotto  - era  assoluta  e  le  foto  di  Melo  Minnella  lo  mostrano  in
            anche a Formica diversi corpi di fabbrica e magazzini ad uso della ton-      modo inequivocabile.  Lo  stagionale delle campagne  poteva alterna-
            nara  con  i "cantoni" di  Favignana.  Ma il  trionfo della calcarenite bian-  re  il  lavoro agricolo con  quello in  tonnara,  così  come di fatto avveni-
            ca  è  stato celebrato dal  figlio  Ignazio,  soprattutto con  la  costruzione   va  in  diverse aree  in  prossimità delle coste siciliane,  dove si  susse-
            del grandioso Stabilimento industriale per la  lavorazione del pescato,      guivano i siti di  pesca;  ma  un  pirriaturi difficilmente avrebbe accetta-
            tra  i più tecnologicamente avanzati dell'epoca, ampliando considere-        to di  abbandonare  la  cava  presa  in  affitto per trasferirsi  in  tonnara.
            volmente  un  preesistente  edificio  (denominato  "Torino"),  realizzato    Le  incisioni ortogonali visibili alle  pareti  delle  cave,  a dimostrazione
            dal gabellato genovese Giulio  Drago verso  la fine degli anni  sessan-      del tracciato dei tagli effettuati,  richiamano il reticolo delle chilometri-
            ta  dell'800.  Dal 1882-83  in  avanti,  data  di  inizio  lavori,  i cavatori del-  che reti della tonnara, il calatu, così come le volumetrie pietrificate del
            l'isola  fornirono  decine  di  migliaia  di  cantuna  per  la  definizione  del   sottosuolo,  che  si  sono andate  modificando e ampliando nel tempo,
            complesso di  magazzini,  di  locali e per le  relative  mura di  recinzione.   rimandano  a  un  immaginario  fondale  marino  nel  quale  decine  di
            La  fortuna  e lo  sviluppo dell'attività  estrattiva  non  conobbero sosta   uomini  hanno condotto  una  cattura  incruenta,  ma  non  meno defati-
            lungo tutto 1'800, coinvolgendo un  numero sempre più elevato di  ex         gante e pericolosa per la  loro vita,  scandita,  dal  mattino al  tramonto,
            agricoltori  divenuti  pirriaturi.  Si  consideri,  d'altronde,  che  a  parte  i   dal  sordo  rumore  della  piccozza.  «Mastro  di  pirrera o  di  mannara-
            pochi mesi che  impegnavano direttamente e indirettamente alcune             scrive  Antonino  Cusumano  - era  chi  sapeva  identificare  il  migliore
            centinaia  di  favignanesi  e  di  relegati  del  carcere  di  San  Giacomo,   punto di attacco e individuare la disposizione degli strati "ascoltando"
            nella  pesca del tonno e nelle attività collegate,  per il resto dell'anno,   le  risonanze  delle battute  sulla  pietra,  chi  aveva  l'occhio e l'orecchio
            quando neppure l'agricoltura riusciva ad assicurare il  necessario per       tecnicamente addestrati  a "sentire"  i pieni  e i vuoti  della  roccia,  chi
            la  sussistenza,  l'unica  alternativa  rimaneva  proprio  il  lavoro  di  cava-  sapeva  maneggiare  il  piccone  con  un  elevato  e  sapiente  coordina-
            tore. « U pirriaturi- osserva  Franca Torre - ha  sempre ritenuto il  suo    mento dei  movimenti, privati di  ogni  eccedenza gestuale».



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