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Dialoghi Mediterranei » L’immaginario di Favignana e la produzione dell’habitus del turista » Print  03/07/16, 23:34


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           L’immaginario di Favignana e la produzione dell’habitus del turista
           Posted By Comitato di Redazione On 1 luglio 2016 @ 00:17 In Cultura,Società | No Comments



                                                                di Alessandro Morello

                                                                Lungo  la  via  che  porta  alla  caletta  i
                                                                “Faraglioni” incontro una turista. La strada è
                                                                una  distesa  di  sassi  e  terriccio.  Lei  è  in
                                                                difficoltà per il caldo e il peso dei bagagli che
                                                                porta  e  mi  chiede  se  posso  aiutarla.
                                                                Approfitto per chiacchierare e chiederle delle
                                                                informazioni in cerca di ulteriori tasselli volti
             Favignana, una cala                                a   comporre     il   mio   puzzle   relativo
                                                                all’immaginario  turistico  di  Favignana.  Di
                                                                origine  olandese,  la  signora  è  lieta  di
             rispondermi, in italiano, fornendo elementi importanti per l’avvio della mia ricerca sul campo. Alla
             mia domanda sull’immagine che porterà con sé di Favignana, mi risponde che, per lei, l’isola è
             l’«ondina che s’infrange sulla spiaggia, nella tranquillità, nel silenzio». A questa prima piacevole
             chiacchierata ne sono seguite tante altre ovviamente, delle vere e proprie interviste, più lunghe e
             approfondite, nella quali ho cercato di cogliere le diverse rappresentazioni dell’isola elaborate in
             vacanza dai soggetti intervistati. L’approccio comparativo, nel suo complesso, mi ha consentito di
             cogliere delle costanti nel modo in cui l’isola viene esperita e incorporata.
             Nelle interviste, sono emersi due modi di rappresentare la località: uno che vede l’isola riassunta
             soprattutto in una singola immagine, come il tonno o la “caletta”; l’altro che presenta il percorso
             svolto o i diversi aspetti emersi nel corso della vacanza. Uno strumento metodologico di cui mi
             sono liberamente servito per cogliere questi aspetti è costituito dalle mappe mentali. L’utilità di
             questo strumento metodologico è dimostrato da Lynch secondo cui:


             «l’immagine ambientale è il risultato di un processo reciproco tra l’osservatore e l’ambiente. L’ambiente
             suggerisce  distinzioni  e  relazioni,  l’osservatore  –  con  grande  adattabilità  e  per  specifici  propositi  –
             seleziona, organizza, ed attribuisce significati a ciò che vede. […] L’immagine di una data realtà può così
             variare notevolmente da un osservatore all’altro» (Lynch 1980: 28).

             Attraverso  l’ausilio  delle  mappe  mentali,  ho  cercato  di  cogliere  il  carattere  arbitrario  e
             convenzionale  delle  rappresentazioni  sulla  base  di  diversi  aspetti  coinvolti  nella  costruzione
             dell’immaginario turistico. Questo processo – ci tengo a sottolinearlo – «è dinamico e sempre in
             divenire»  (Theodossopoulos  2011:  2).  Attraverso  le  rappresentazioni  dell’isola  è  infatti  emerso
             come  vi  siano  diverse  immagini  di  Favignana  che  si  formano  nel  corso  del  tempo.  Più
             particolarmente,  durante  le  interviste,  ho  chiesto  ai  miei  interlocutori  di  disegnare  la  loro
             personale rappresentazione dell’isola, ovvero qual è l’immagine che si sono creati durante la loro
             vacanza a Favignana. Questo ha fatto sì che le mappe fossero diverse sulla base delle esperienze
             che  si  sono  venute  a  costituire  individualmente,  con  una  tendenza,  tuttavia,  a  prendere  una
             consistenza più generale, condivisa in rapporto all’immaginario generale. Attraverso la loro analisi
             ho potuto quindi cogliere alcuni aspetti relativi ai diversi modi con cui ogni turista si avvicina a un
             luogo  e  lo  esperisce  e  il  corrispettivo  ‘peso  semantico’  della  forza  esercitata  dall’immaginario
             condiviso. Qui, di seguito, riporterò le interviste più significative.















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