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Dialoghi Mediterranei » L’immaginario di Favignana e la produzione dell’habitus del turista » Print  03/07/16, 23:34

             incorporano fisicamente e simbolicamente la località. L’immaginario, a sua volta, è quell’energia
             poietica che s’instaura, in questo processo interattivo, tra i soggetti, i luoghi e le narrazioni e che
             fa  sì  che  i  turisti  pensino  a  dei  luoghi  qualificandoli  come  turistici.  Attraverso  questo  modus
             operandi, infine, si vengono a determinare delle pratiche turistiche che producono l’habitus del
             turista.

             Per  concludere,  più  in  generale,  è  bene  ribadire  alcuni  punti  critici  riguardanti  una  riflessione
             sull’immaginario e, più particolarmente, sull’immaginario turistico da me preso in considerazione.
             L’immaginario è un concetto talmente interconnesso con altri concetti simili e dissimili che una
             definizione  univoca  ed  essenzialista  –  che  non  tenga  conto  degli  elementi  ‘interagentivi’  e
             ‘interfigurativi’,  d’ordine  soprattutto  sensoriale  e  somatico  –  non  farebbe  altro  che  nuocere  alla
             sua importanza pratica e teorica (Montes 2014, Montes 2015). Esso va al di là di una semplice
             collezione di immagini e comprende, comunque, tanti e tali elementi narrativi da potere essere
             considerato  una  vera  e  propria  ‘forza’  individuale  e  collettiva  in  divenire  e  non  statica.  Come
             scrive Crapanzano, «oggi gli antropologi sono meno interessati ai processi immaginativi di quanto
             non  lo  siano  al  prodotto  dell’immaginazione»  (Crapanzano  2007:  10).  Nella  mia  ricerca,  ho
             cercato invece di mettere in risalto proprio i risvolti processuali legati all’immaginario attraverso
             l’ausilio delle mappe mentali che consentono di fornire una rappresentazione del vissuto turistico
             in  relazione  all’immaginario  prodotto  prima,  durante  e  dopo  la  vacanza.  Sono  consapevole  del
             fatto che le mappe mentali, per quanto efficaci, forniscono una migliore rappresentazione degli
             elementi cognitivo-mentali e una rappresentazione invece più sfumata degli elementi emotivi e
             sensoriali  che,  comunque,    fanno  parte  integrante  dell’esperienza  turistica.  Un  passo  ulteriore
             della  ricerca  sull’immaginario  turistico  –  quello  soprattutto  associato  alle  isole  –  consisterà  per
             l’appunto nell’analisi più stretta tra i nessi che si stabiliscono tra i sensi, il corpo e le forme di
             testualizzazione relative al sapere del turista e del suo immaginario.

                                           Dialoghi Mediterranei, n.20, luglio 2016

             Note



             [1]  L’antropologo, rifacendosi alle teorie di Anderson sulle comunità immaginate, introduce il concetto
             di  «comunità  del  sentire»  per  indicare  un  «gruppo  che  inizia  a  immaginare  e  a  sentire  cose
             collettivamente» (Appadurai 2012: 16).

             [2]  «Questi  panorami  sono  quindi  i  mattoni  che  vorrei  chiamare  mondi  immaginati,  cioè  mondo  che
             sono  costituiti  dalle  immagini  storicamente  localizzate  di  persone  e  gruppi  diffusi»  (Appadurai  2012:
             46).  L’antropologo  indiano  conia  rispettivamente  i  termini  ethnoscapes,  technoscapes,    finanscapes,
             mediascapes  e  gli  ideoscapes,  mettendo  in  risalto,  tramite  il  suffisso  “scapes”,  il  carattere  fluido  di
             questi panorami in movimento.

             [3]  Secondo De Certeau lo «spazio è un luogo praticato. Così la strada geograficamente definita da un
             urbanista  è  trasformata  in  spazio  dai  camminatori.  Allo  stesso  modo,  la  lettura  è  lo  spazio  prodotta
             attraverso la pratica del luogo che costituisce un sistema di segni – uno scritto» (De Certeau 2001: 176).

             [4]      De  Sardan,  rifacendosi  a  Bailey  e  alla  sua  visione  della  vita  politica  come  gioco,  mostra  come
             l’arena, è in fondo lo spazio sociale in cui avvengono scontri e negoziazioni. «L’arena è un luogo in cui si
             confrontano concretamente attori sociali che interagiscono intorno a poste in gioco comuni» (De Sardan
             2008:  200).  Lo  spazio  turistico  è  un’arena  politica  in  quanto  si  vengono  a  confrontare  diversi  attori  i
             quali, rispettivamente, operano per gestire un bene che dovrebbe essere comune.

             [5]      Scrive  Theodossopoulos  «[…]  L’aspettativa  è  critica  e  fondamentale  per  il  turismo,  una  forza
             motivante  che  ispira  l’attività  economica,  il  movimento  nello  spazio,  il  cambiamento  sociale  e  di
             riorganizzazione  in  particolari  contesti  locali.  Essa  svolge  un  ruolo  fondamentale  nel  plasmare
             l’esperienza turistica – nel determinare il suo successo o il fallimento – a motivare le comunità locali o
             professionisti  del  turismo  per  adattare  o  esplorare  nuove  possibilità  attraverso  i  confini  culturali»
             (Theodossopoulos 2011: 3). Da questo punto di vista, si impone la necessità di studiare l’immaginario da
             due  punti  di  vista:  uno,  che  guarda  al  luogo  e  alla  sua  immagine  mediatica;  l’altro,  che  osserva  le
             pratiche turistiche di incorporazione della località.

             [6]   La ricerca sull’immaginario turistico di Favignana è stata l’oggetto di ricerca della mia tesi di laurea
             magistrale  in  Scienze  Antropologiche  ed  Etnologiche,  conseguita  all’Università  degli  Studi  Milano-
             Bicocca, dal titolo L’immaginario turistico di Favignana, un approccio antropologico..

             [7]   Secondo Bourdieu, l’habitus  è  «contemporaneamente  principio  generatore  di  pratiche
             oggettivamente  classificabili  e  sistema  di  classificazione  […]    di  queste  pratiche.  È  nel  rapporto  tra


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