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Levanzo da uno stretto canale con una profondità di oltre m. 350 che si incunea tra la platea continentale
siciliana e l'isola stessa.
Il fondale presenta un largo piano circalitorale a stretto contatto con il primo orizzonte del piano batiale.
L'infralitorale è caratterizzato da biocenosi fotofile su substrato duro con facies a Cystoseira stricta e
Laurencia pinna bifida. Sono inoltre presenti ambienti sciafili con biocenosi delle grotte semioscure ad
Astroides calycularis.
Nell’arcipelago delle Pelagie, l’isola di Lampedusa e lo scoglio di Lampione sono caratterizzati da rocce
calcaree e litorali sabbiosi e rocciosi, intercalati a pareti a strapiombo. La costa di Linosa è, invece, di
natura vulcanica, aspra, frastagliata e a strapiombo sul mare. Lampedusa e Lampione sono caratterizzate
da un paesaggio pianeggiante con una roccia di colore fondamentalmente chiaro (roccia calcarea), mentre
Linosa ha una morfologia più irregolare con tre coni vulcanici principali, un suolo più fertile e un
paesaggio dalla colorazione scura (roccia basaltica).
Pantelleria, la più vasta tra le isole minori, è costituita esclusivamente da rocce vulcaniche in quanto
rappresenta la parte emersa di un edificio vulcanico che si eleva di circa 2000 mt. al di sopra di una crosta
di tipo oceanico dello spessore di circa 20 Km. La forma allungata secondo una direzione NW-SE che
segue l'andamento generale del rift tettonico che interessa il canale di Sicilia. La morfologia generale
dell'isola è dovuta alla presenza di due caldere di età differente nella parte centrale dell'isola, al
sollevamento della Montagna Grande, alla presenza di faglie che rendono la costa alta a sud e a est
dell'isola e alle colate basaltiche a NW dell'isola. Le rocce presenti sull’isola possono essere divise in due
gruppi: vulcaniti acide (ricche in silice) e vulcaniti basiche (povere in silice), senza termini intermedi. Le
prime rappresentano il 98% delle rocce affioranti e consistono nelle trachiti e rioliti a forte contenuto
alcalino (sodio e potassio); a causa di questa peculiarità queste ultime vengono dette anche pantelleriti.
Tali rocce sono state messe in posto sia come lave ad alta viscosità con forte percentuale di vetro che
come prodotti piroclastici (ignimbriti) derivanti da attività esplosiva. Le seconde costituiscono il 2% delle
rocce affioranti e consistono nei basalti olivinici e nelle hawaiti. Si tratta di lave molto fluide e
dall'aspetto scuro. Sono stati individuali 30-40 centri eruttivi: i coni e i domi sono caratteristici delle lave
acide, i coni allineati delle lave basiche. Sono numerose le manifestazioni vulcaniche secondarie tutt'oggi
presenti a Pantelleria riscontrabili nelle località di Bagno Asciutto, Gadir, Grotta del Freddo, Favare,
Khazen, Nicà, Sateria.
• Le favare 7 come quella di Favara Grande alle pendici della Montagna Grande che presenta
emissioni di vapore che, attraverso un ingegnoso sistema che consente la condensazione dei fiumi e
la canalizzazione dell'acqua in pile di pietra, sono state utilizzate in passato per abbeverare il
bestiame.
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• I Bagni Asciutti o Stufe come la stufa di Khazen divisa in due locali con una temperatura che
nella parte più interna arriva fino a 30-35°, e la Grotta di Benikulà o Vedinicolao i cui vapori
raggiungono temperature altissime.
• La Grotta del Freddo che consiste in uno sfiatatoio sotto una ripida parete di roccia vetrosa
esposta a NW, da cui fuoriesce una corrente d'aria fredda dovuta alla circolazione di correnti di aria
all'interno della grotta che fanno evaporare l'umidità delle rocce e provocano un abbassamento della
temperatura che varia tra i 10-15°.
7 sono emissioni di vapore acqueo, che fuoriescono dai crepacci delle rocce vulcaniche e s'innalzano a formare spettacolari colonne di fumo.
8 sono grotte naturali con emanazioni di vapore acqueo ad altissima temperatura (sauna).
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