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a.2. Ambiente marino e costiero


          La posizione al centro del Mar Mediterraneo delle Isole Minori siciliane, così come della Sicilia nel suo
          complesso, influenza profondamente la distribuzione degli organismi marini sia vegetali che animali.

          Le acque atlantiche di ingresso dallo Stretto     di Gibilterra costituiscono la principale fonte di
          alimentazione idrica del Mediterraneo, pur non mescolandosi per via di differenti caratteristiche chimico-
          fisiche, e compensano la forte evaporazione che caratterizza il bacino orientale. Le acque delle isole poste
          di fronte la costa meridionale della Sicilia vengono, così, fortemente influenzate da questa massa d’acqua
          atlantica più fredda e meno salata per cui la colonizzazione e l’insediamento nei fondali sabbiosi di molte
          specie sensibili ai valori di tali parametri ne viene limitata.

          Lungo la costa settentrionale della Sicilia, le acque atlantiche che proseguono verso l’alto Tirreno,
          perdono la loro caratteristica di acque fredde e permettono l’instaurarsi di specie con caratteristiche più
          tropicali.


          L’area dello Stretto di Messina, invece, è caratterizzata dalle turbolenti correnti generate dall’incontro
          delle acque superficiali discendenti dal Tirreno e di quelle profonde provenienti dallo Ionio. Si genera,
          così, una corrente che interessa l’arcipelago Eoliano e si spinge verso sud, lungo la costa orientale della
          Sicilia. La turbolenza elevata causa spesso degli anomali spiaggiamenti lungo il litorale di pesci abissali, a
          dimostrazione del mescolamento delle due masse d’acqua caratterizzato da grande ricchezza in
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          plancton .
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          Rispetto alle coste balenabili , le Isole Minori siciliane sono mediamente in buona condizione grazie sia
          alle limitate attività antropiche che vi si svolgono sia, soprattutto, alle regole nell’uso delle diverse aree
          imposte dall’istituzione delle Aree Protette.

          Alla sorveglianza sulle acque di balneazione, marine e fluviali, è preposto un apposito Ufficio della
          Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, che coordina le attività svolte da
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          Regioni, i Dipartimenti Provinciali delle ARPA e i Laboratori . Ogni anno il rapporto viene redatto sulla
          base dei risultati delle analisi fatti pervenire al Sistema Informativo Sanitario dai Laboratori e dai
          Dipartimenti Provinciali delle ARPA. Per ogni Regione, Provincia e Comune costieri vengono descritti i
          tratti di costa che risultino  non balneabili  per motivi dovuti a inquinamento o per altri motivi (per
          esempio: presenza di parchi marini, zone militari, porti, aeroporti ecc.).


          Per quanto concerne l’arcipelago delle Egadi,  nell’isola di Favignana le località Isola Galera, Punta
          Sottile, le aree intorno Punta Longa e la fascia antistante il centro abitato sono considerate zone idonee,
          mentre le aree in prossimità di Punta Marsala, Punta Longa, a ovest di isola Galera e Punta  Fanfalo non
          sono reputate idonee per assenza di punti di campionamento. A Levanzo l’area a sud dell’isola è
          considerata zona idonea mentre le aree di Capo grosso e Punta dei Sorci non sono reputate idonee per
          assenza di punti di campionamento, così come gli isolotti di Formica e di Maraone. A Marittimo, l’area
          compresa tra Punta Martino e Punta Troia sono considerate idonee mentre tutte le altre aree non sono
          reputate idonee per assenza di punti di campionamento.






          10  Organismi animali e vegetali il cui movimento lungo la colonna d’acqua è soggetto all’influenza della forza della corrente marina
           dominante.

          11 Ai sensi del DPR 470/82.
          12 Secondo uno specifico ed articolato Programma disciplinato dal D.P.R. 470/82 e successive modificazioni.


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