Page 26 - PIT_Isole_Minori
P. 26
a.2. Ambiente marino e costiero
La posizione al centro del Mar Mediterraneo delle Isole Minori siciliane, così come della Sicilia nel suo
complesso, influenza profondamente la distribuzione degli organismi marini sia vegetali che animali.
Le acque atlantiche di ingresso dallo Stretto di Gibilterra costituiscono la principale fonte di
alimentazione idrica del Mediterraneo, pur non mescolandosi per via di differenti caratteristiche chimico-
fisiche, e compensano la forte evaporazione che caratterizza il bacino orientale. Le acque delle isole poste
di fronte la costa meridionale della Sicilia vengono, così, fortemente influenzate da questa massa d’acqua
atlantica più fredda e meno salata per cui la colonizzazione e l’insediamento nei fondali sabbiosi di molte
specie sensibili ai valori di tali parametri ne viene limitata.
Lungo la costa settentrionale della Sicilia, le acque atlantiche che proseguono verso l’alto Tirreno,
perdono la loro caratteristica di acque fredde e permettono l’instaurarsi di specie con caratteristiche più
tropicali.
L’area dello Stretto di Messina, invece, è caratterizzata dalle turbolenti correnti generate dall’incontro
delle acque superficiali discendenti dal Tirreno e di quelle profonde provenienti dallo Ionio. Si genera,
così, una corrente che interessa l’arcipelago Eoliano e si spinge verso sud, lungo la costa orientale della
Sicilia. La turbolenza elevata causa spesso degli anomali spiaggiamenti lungo il litorale di pesci abissali, a
dimostrazione del mescolamento delle due masse d’acqua caratterizzato da grande ricchezza in
10
plancton .
11
Rispetto alle coste balenabili , le Isole Minori siciliane sono mediamente in buona condizione grazie sia
alle limitate attività antropiche che vi si svolgono sia, soprattutto, alle regole nell’uso delle diverse aree
imposte dall’istituzione delle Aree Protette.
Alla sorveglianza sulle acque di balneazione, marine e fluviali, è preposto un apposito Ufficio della
Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, che coordina le attività svolte da
12
Regioni, i Dipartimenti Provinciali delle ARPA e i Laboratori . Ogni anno il rapporto viene redatto sulla
base dei risultati delle analisi fatti pervenire al Sistema Informativo Sanitario dai Laboratori e dai
Dipartimenti Provinciali delle ARPA. Per ogni Regione, Provincia e Comune costieri vengono descritti i
tratti di costa che risultino non balneabili per motivi dovuti a inquinamento o per altri motivi (per
esempio: presenza di parchi marini, zone militari, porti, aeroporti ecc.).
Per quanto concerne l’arcipelago delle Egadi, nell’isola di Favignana le località Isola Galera, Punta
Sottile, le aree intorno Punta Longa e la fascia antistante il centro abitato sono considerate zone idonee,
mentre le aree in prossimità di Punta Marsala, Punta Longa, a ovest di isola Galera e Punta Fanfalo non
sono reputate idonee per assenza di punti di campionamento. A Levanzo l’area a sud dell’isola è
considerata zona idonea mentre le aree di Capo grosso e Punta dei Sorci non sono reputate idonee per
assenza di punti di campionamento, così come gli isolotti di Formica e di Maraone. A Marittimo, l’area
compresa tra Punta Martino e Punta Troia sono considerate idonee mentre tutte le altre aree non sono
reputate idonee per assenza di punti di campionamento.
10 Organismi animali e vegetali il cui movimento lungo la colonna d’acqua è soggetto all’influenza della forza della corrente marina
dominante.
11 Ai sensi del DPR 470/82.
12 Secondo uno specifico ed articolato Programma disciplinato dal D.P.R. 470/82 e successive modificazioni.
25