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A Lampedusa, nella Baia dei Conigli, vi è l'unico sito italiano di ovodeposizione delle tartarughe marine,
          in particolare della  Caretta caretta, e uno dei più importanti d’Europa (pochi altri siti adatti
          all’ovodeposizione sono localizzati in Spagna e al sud della Francia). Sull'Isola dei Conigli a Lampedusa,
          inoltre, vive una rarità faunistica, la piccola lucertola magrebino-iberico-sudfrancese  Psammodromus
          algirus algirus.


          I fondali di Lampedusa sono ricchi varietà di spugne, serpulidi e madreporari nonché rinverditi da praterie
          di Posidonia Oceanica e colorati dalle gorgonie, comunemente note con il nome di "ventagli di mare" e
          da formazioni coralligene. È anche facile imbattersi in cernie di notevoli dimensioni, corvine, murene,
          aguglie, trigoni, banchi di ricciole ed enormi dentici, pesci spada, sgombri, alacce, squali, delfini,
          barracuda e aragoste.


          Da sottolineare che l’isola di Lampedusa, insieme all’Isola di Pianosa, è zona di tutela biologica in base
          alla L. 963/65 (D.P.R. 639/68) per la protezione degli ambiti marino-costieri, il che prevede l’istituzione
          di zone di tutela biologica in quanto “Zone di mare riconosciute come aree di riproduzione o di
          accrescimento di specie marine di importanza economica o che risultassero impoverite da un troppo
          intenso sfruttamento”.

          Nell'Isola di Linosa, a differenza di Lampedusa, la natura vulcanica (per questo è anche nota come la
          “perla nera” della Sicilia) ha consentito la presenza di una rigogliosa e variegata vegetazione di macchia e
          di gariga, oltre a zone steppose. I Gigli di Mare e i fichi di India dominano incontrastati.


          Oltre che dai bei fondali, il mare è arricchito da secche e da anfratti scavati nella roccia, che permettono
          una vasta riproduzione di animali marini. Abitualmente branchi di pesci pelagici di tutte le dimensioni si
          incrociano nelle acque dell'isola, come serranidi, cernie, ricciole, dentici, salpe, donzelle pavonine, pesci
          pappagallo, saraghi, pesce spada, calamari, e una quantità infinita di pesci mediterranei e subtropicali. Di
          rilevante importanza anche qui è la presenza della tartaruga marina (Caretta caretta) che sceglie la
          spiaggia di Linosa per la sua nidificazione.


          A Lampione si sviluppa, invece, soprattutto una formazione a gariga.

          L'avifauna delle Pelagie è rappresentata da circa 150 specie di cui solo circa 15 stanziali. In particolare a
          Linosa c’è la rappresentanza dei migratori più importante, grazie alla posizione geografica dell’isola: a
          seconda dei periodi dell’anno è, infatti, possibile trovare il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), l’airone
          rosso (Ardea purpurea), l’airone cenerino (Ardea cinerea), l’airone bianco maggiore (Egretta alba), la
          garzetta (Egretta garzetta), la cicogna bianca (Ciconia ciconia), il fenicottero rosa (Phoenicopterus ruber
          roseus), la gru (Grus grus), il rigogolo (Oriolus oriolus), il cormorano (Phalacrocorax carbo) e molti altri
          ancora.

          Una menzione a parte merita la berta maggiore (Calonectris diomedea), che è presente sull’isola con una
          delle più grandi colonie del Mediterraneo. Tra i rettili, oltre alla Caretta caretta, vale la pena ricordare il
          gongilo (Chalcides ocellatus), un sauro ampiamente diffuso in tutta l’isola.

          Nell'isola di Pantelleria si possono distinguere 4 diversi tipi di vegetazione:

             1.  il  bosco sempreverde, sulle pendici della Montagna grande, composto da gran parte da  pino
                 Marittimo chiamato in dialetto "zappino", occupa una superficie di 850 ettari;

             2.  la macchia foresta che occupa buona parte del territorio isolano, ed è composta sostanzialmente da
                 arbusi, tra cui l'erica multiforme, il lentisco e la ginestra selvatica;

             3.  la  "Garica", che è la  degradazione della macchia foresta, dove sono numerose le specie più
                 resistenti all'aridità;




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