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L'isoletta di Alicudi essendo parte terminale di un vulcano che affonda per mille metri in mare, presenta
          una fitta vegetazione formata da fichi d'india, capperi, eriche e ginestre.

          I fondali sono generalmente ricchi di vita anche se la Posidonia oceanica, insediata su fondali rocciosi e
          sabbiosi a una batimetrica di 15-32 metri, è regredita probabilmente a causa delle attività dei centri urbani
          e alle operazioni portuali. Contemporaneamente alla regressione della Posidonia si è notato un ulteriore
          incremento dei popolamenti di Cymodocea nodosa su fondali sabbiosi e fangosi.



          b. Aspetti socio-economici


          Nonostante ogni isola sia, per ragioni geografiche, un territorio a se stante e ognuna abbia proprie
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          peculiarità, dal punto di vista culturale e sociale esse presentano delle caratteristiche omogenee  a partire
          dal senso di identificazione delle popolazioni col proprio territorio e il conseguente bisogno di
          conservazione dello stesso.

          Tutte le Isole Minori rappresentano, inoltre, territori “deboli” dal punto di vista ambientale ed economico-
          sociale all’interno del quadro regionale perché caratterizzati da una condizione di “emarginazione
          geografica”: i disagi che  le comunità insulari devono affrontare giornalmente, e soprattutto nel periodo
          invernale per far fronte a situazioni che sulla terraferma sono di banale quotidianità (come raggiungere la
          scuola o il posto di lavoro), sono spesso difficili da affrontare. Ma queste comunità sono, comunque,
          disposte a superarle pur di poter mantenere il privilegio per loro di vivere sulle isole, senza per questo
          rinunciare ai diritti civili e ai servizi pubblici essenziali di cui godono gli altri cittadini della regione.

          Ampiamente condivisi dalla popolazione sono anche altri elementi di debolezza e distorsione nell’assetto
          territoriale e urbano che possono essere associati al prevalere di modalità di consumo turistico di massa,
          non regolate e non compatibili con la fragilità  dei luoghi e la disponibilità dei servizi. Analogamente
          condivisa è la preoccupazione per la diffusione dei “detrattori ambientali” che si manifestano attraverso la
          proliferazione di strutture edilizie inappropriate e la diffusione di aree di degrado del paesaggio e
          dell’ambiente.

          In queste aree, comunque, i settori produttivi trainanti quali turismo, agricoltura, artigianato, pesca e
          servizi a essi connessi costituiscono una parte rilevante non solo dell’economia di questi territori ma
          anche di quella complessiva regionale.

          Da questi punti di vista e relativamente al modello di sviluppo tipico isolano, dunque, le problematiche
          sono simili e principalmente legate alla crescita socio-economica e alla salvaguardia ambientale dei
          territori.

          b.1. Cenni storici


          La storia delle Isole Minori siciliane è in parte coincidente con quella della Sicilia ed è, quindi, stata
          soggetta a numerose dominazioni per via della posizione strategica all’interno del Mediterraneo.

          Favignana, per la sua straordinaria posizione geografica è stata testimone di grandi eventi storici a cui
          sono spesso associate leggende. I Fenici si insediarono qui quasi subito nel lato nord-orientale dell'isola



          16 Delle 26 regioni insulari della UE, tutte tranne 1 ricadono nelle Regioni Obiettivo 1. La “diversità” delle aree insulari è stata anche sancita
           nel Trattato di Amsterdam all’interno del quale è stata operata un’integrazione all’art. 158 aggiungendo un allegato (n. 30) dal titolo
           “Dichiarazione sulle regioni insulari” in cui si ribadiscono gli svantaggi strutturali che ne ostacolano lo sviluppo e si sottolinea che esso
           deve essere raggiunto tramite l’implementazione dei settori dei trasporti, della formazione, del turismo.


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