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La storia dell’isola di Pantelleria ha ancora più antiche origini delle altre. Infatti, già nella preistoria il
          popolo dei  Sesioti  venendo dal mare vi si insediò per estrarre  l’ossidiana  considerata a quei tempi
          preziosa come l’oro. Intorno al IX secolo a.C. arrivarono i Fenici e fu questo il periodo d’oro di
          Pantelleria in cui venne introdotta la vite coltivata ad alberello, vennero edificate le  fortificazioni e
          l’Acropoli  in località San Marco, vennero coniate numerose monete nell’isola,  realizzate le cisterne a
          campana, i santuari  del lago Specchio di Venere e di Bugeber, il porto  e il primo nucleo del castello.
          Seguirono i  Romani   che migliorarono le difese militari dell’isola. Poi arrivarono i  Bizantini  che
          abbellirono di mosaici le abitazioni e nel 700 d.C. gli Arabi. La dominazione araba durò fino al 1200 e
          notevoli sono stati i prodotti di quella cultura come i  dammusi, la coltura del cotone  e dell’ulivo, la
          produzione dell’uva zibibbo e, ancora, le fortificazioni della  Medina  di Pantelleria (oggi totalmente
          distrutta dai bombardamenti aerei della 2° guerra mondiale). Poi arrivarono i Normanni cui succedettero
          gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi e i Borboni. Nel 1713 Pantelleria con la Sicilia passò sotto il ducato
          dei Savoia, e, nel 1720 dell'Austria che ne resse le sorti fino a quando, nel 1734, Carlo di Borbone venne
          incoronato Re del Regno di Napoli e di Sicilia. Dal 1861 l'Isola, annessa al Regno d'Italia, ne seguì le
          sorti, e, nella II guerra mondiale, Pantelleria giocò un ruolo fondamentale per la posizione geografica
          d'importanza strategica. Sin dal 1937 iniziò la fortificazione dell'isola a opera del governo fascista, con la
          costruzione dell'aeroporto e di una fitta rete stradale. Con la seconda guerra mondiale Pantelleria passa
          alla storia per la cosiddetta "Battaglia di Pantelleria".  In seguito l’isola fu soggetta a massicci
          bombardamenti. Finita la guerra, cominciò la ricostruzione.


          Il primo nome di Ustica fu Osteodes che in greco significa ossario e fu cosi definita poiché lì furono
          ritrovati gli scheletri di 6.000 soldati Cartaginesi. L’isola fu abitata sin dal 1500 a.C. perché vi si sono
          ritrovate tracce evidenti di almeno due  insediamenti: uno preistorico vicino ai Faraglioni, e l'altro in
          località "Castello Saraceno", scavato nel Colle della Falconiera, risalente al III sec. a.C. Successivamente
          l'isola fu abitata dai Romani e, dopo la caduta dell’impero romano e un periodo d’abbandono, nel VI
          secolo ricominciò il suo sviluppo grazie all’arrivo di una comunità di Benedettini, che si installò nella
          zona ancor oggi chiamata delle "case vecchie". Ma le scorrerie dei pirati barbareschi portarono alla
          distruzione della comunità e il grado di sicurezza così basso scoraggiò qualsiasi altro insediamento. Il
          primo nucleo abitato fu, così, ripetutamente distrutto. Nel 1713, con il trattato di Utrecht, la Sicilia e le
          sue Isole passarono al duca di Savoia, che sei anni dopo la cedette all’Austria in cambio della Sardegna.
          Quando Spagna e Austria entrarono in guerra, Carlo III di Borbone fu incoronato sovrano e nel 1763 da
          Palermo un contingente di soldati e di operai iniziarono a Ustica opere di protezione per gli abitanti,
          ponendo le basi  per lo sviluppo dell'isola: nacquero così le torri di "Santa Maria", oggi museo, la torre
          dello "Spalmatore", sede della Riserva Marina, e il "Fortino sul Colle della Falconiera". Negli stessi anni
          arrivarono 85 famiglie di contadini e pescatori dalle Eolie, nonché qualche artigiano da Palermo e
          Trapani, per un totale di 400 persone. Nel 1771 Ustica fu riconosciuta quale università, cioè comune
          autonomo. Dalla fine del 1800, l’isola partecipò ai moti risorgimentali e accolse con entusiasmo la
          spedizione di  Garibaldi in Sicilia. Durante il fascismo, poi, Ustica diventa colonia penale, ospitando
          anche Carlo e Nello Rosselli, Ferruccio Parri e Antonio Gramsci come confinati politici. Nel 1961 la
          Proloco, da poco costituita, sottopose la questione al governo, ottenendo dopo una lunga battaglia, la
          chiusura della colonia e dando il via allo sviluppo turistico, e facendo diventare Ustica la meta prescelta
          di numerosi turisti.

          Tutto l'arcipelago delle Eolie segue quella di Lipari. I primi uomini si sono stabiliti nelle isole di Lipari e
          Salina alcuni secoli prima del 4000 a.C. attratti dalla straordinaria risorsa che era costituita, per quel
          tempo, dall'ossidiana (il materiale più tagliente che all’epoca era detto “il vetro nero”) eruttata dal Monte
          Pelato, il vulcano della estremità NE di Lipari. Si sviluppava, quindi, un abitato popoloso. Solo più di
          mille anni dopo, intorno al 3000 a.C., quando il commercio dell'ossidiana era al suo apogeo,
          incominciarono a essere abitate anche le Isole Minori dell'arcipelago eoliano. In questo lungo periodo,
          durato più di un millennio e mezzo, alle prime genti provenienti dalla Sicilia, stanziatesi sui fertili
          altipiani che ben si prestavano all'agricoltura e alla pastorizia, se ne sostituirono altre, venute da lontano,
          (si suppone dalla coste transadriatiche) per impadronirsi di questa eccezionale fonte di ricchezza. Queste
          nuove genti si insediarono su l'attuale Castello e, in seguito, nella piana sottostante dove è la città


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