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moderna. Dopo alcuni secoli di forte recessione economica e demografica (II metà del III millennio a.C.)
le Isole Eolie hanno avuto un altro periodo di rigogliosissima fioritura quando in esse si sono stanziate
nuove genti, provenienti questa volta dalla Grecia continentale, gli Eoli. Testimonianze degli insediamenti
di queste genti transmarine sono state trovate pressochè in tutte le isole, salvo Vulcano resa inabitabile
dalla intensa attività del suo cratere. Alle popolazioni di stirpe eolica si sostituiscono intorno al 1430 a.C.
nuove genti, provenienti invece dalle vicine coste della Sicilia, portatrici di una cultura del tutto nuova,
che prende il nome dal grande villaggio del Capo Milazzese dell'isola di Panarea. Continuano intensi i
rapporti con la Grecia micenea. Verso il 1270 a.C. nelle isole (o meglio nella sola Lipari, perché le altre
restano da questo momento deserte) si insediano genti ausonie, provenienti dalle coste campane. Al
periodo Ausonio I si sostituisce il periodo Ausonio II. Ai commerci con l'Egeo, che vengono meno a
causa delle crisi che travagliano il mondo miceneo, si sostituiscono quelli con la Sardegna nuragica.
Intorno al 900 a.C. il floridissimo insediamento di Lipari viene radicalmente distrutto e per più di tre
secoli il Castello, ma forse l'intera isola, restano deserti. Nella seconda metà dell'VIII secolo a.C. inizia il
fenomeno della colonizzazione greca dell'Italia meridionale e della Sicilia. Vengono fondate Naxos,
Siracusa, Catana, Leontinoi, Megara Hyblaea, Zankle-Messana, Rhegion, ecc. Lipari è, in ordine di
tempo, una delle ultime colonie. Ma gli Etruschi si oppongono allo stanziamento dei Greci nelle Eolie,
che considerano troppo importanti per il controllo del basso Tirreno e dello Stretto e ha, così, inizio una
guerra che continuerà, con alterne vicende, per più di un secolo, finché agli inizi del V secolo gli Etruschi
arrivano a impossessarsi di Lipari. Ma Lipari riesce a liberarsi e, con la battaglia navale di Cuma del 474
a.C., la flotta siracusana di Ierone annienta la potenza marittima degli Etruschi, dando inizio a un periodo
di grande prosperità. Da questo momento anche le Isole Minori incominciano a ripopolarsi. Lipari è
alleata con Siracusa e resiste alle aggressioni degli Ateniesi e dei Cartaginesi finchè Agatocle, tiranno di
Siracusa, aggredisce a tradimento Lipari e la saccheggia per cui Lipari dall'alleanza con Siracusa passa a
quella con Cartagine. Durante la prima guerra punica fra Roma e Cartagine, Lipari è dunque una base
avanzata di Cartagine e invano i Romani tentano a più riprese di impadronirsene fino al 252/51 a.C.
quando vi riescono. La conquista romana segna la fine della prosperità di Lipari, che si riduce a
un'insignificante e misera città di provincia, quale ce la descrive Cicerone.
In età cristiana (forse dal IV secolo) Lipari fu sede vescovile e meta di pellegrinaggi. Nell'alto Medioevo
si ebbe un improvviso risveglio dell'attività vulcanica nell'isola di Lipari. Si aprirono allora il nuovo
cratere del monte Pelato, che eruttò immense masse di pomici, e quello, più vicino alla città, della Pirrera,
che eruttò una colata di ossidiana. Nell'839 Lipari fu aggredita e distrutta da un'incursione di musulmani,
che massacrarono e deportarono in schiavitù la popolazione e profanarono le reliquie di San Bartolomeo,
meta dei pellegrinaggi cristiani. Lipari rimase per alcuni secoli quasi totalmente deserta, fino alla
riconquista della Sicilia da parte dei Normanni, che nel 1083 installarono a Lipari l'abate Ambrogio con
un nucleo di monaci benedettini. Intorno al monastero, di cui restano vestigia a fianco della cattedrale,
tornò a formarsi un nucleo urbano. Nel 1131 fu, infatti, ricostituita la sede vescovile di Lipari unita a
quella di Patti. Roberto I re di Napoli, nel 1340, si impadronì di Lipari. Nel 1540 la città fu saccheggiata
dal feroce corsaro Ariadeno Barbarossa, che portò via gli infelici abitanti, come schiavi. Lipari venne
successivamente riedificata e ripopolata da Carlo V e da allora seguì le sorti della Sicilia e del reame di
Napoli.
L'ultima grande eruzione di Vulcano avvenne nel 1888, e costrinse i pochi coloni dell'isola ad
abbandonare l'estrazione di zolfo e di allume, già esistenti in epoche remote. Tale attività, negli ultimi
anni aveva registrato un particolare impulso. Agli inizi del XIX secolo Lipari divenne lo scalo obbligato
di parecchie linee marittime. Questo stato di cose contribuì a un grande sviluppo economico delle Eolie,
basti pensare che nel 1891 gli abitanti superarono le 20.000 unità. Momenti difficili vennero con
l’epidemia di filossera, che provocò la distruzione di numerosi vigneti e una generale crisi economica con
conseguente emigrazione di quasi il 50% degli abitanti delle isole. Salina è l'unica, tra le isole
dell'arcipelago, che nel 1867 riuscì a sottrarsi alla dipendenza amministrativa di Lipari, divenendo
comune autonomo nel 1909. Un decreto regio diede origine a tre comuni distinti: S. Marina Salina, Malfa
e Leni. Oltre a questi paesi, si trovano abitazioni sparse con nuclei abitati a Rinella, Capo Faro, Pollara,
Lingua e Valdichiesa. In questi ultimi 50 anni il boom turistico ha portato nelle isole un benessere
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