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vegetali, assai diverse: macchia, gariga con rimboschimenti da parte dell'uomo non sempre azzeccati
          come i boschi di eucalipto e acacia.

          Già in epoca romana ci furono rimboschimenti a Salina e a Lipari; questo spiega probabilmente la
          presenza del castagno in queste isole dove quest'essenza costituisce estesi boschi. Le isole hanno subito
          nel corso dei secoli forti disboscamenti come per esempio l'isola di Filicudi, che era totalmente ricoperta
          da palme nane (come si evince all’esatta etimologia del nome greco) e in seguito fu quasi completamente
          “terrazzata” per essere resa coltivabile. Il disboscamento di tutte le isole compresa l'isola sacra di Vulcano
          fu completato nel 1700. I boschi autoctoni attualmente ancora integri si  possono vedere a Stromboli, a
          Vulcano e a Lipari o nelle aree più impervie e inaccessibili. Tali boschi sono costituiti da leccio (Quercus
          ilex), dall'erica (Erica arborea), dal corbezzolo (Arbutus unedo), l'omiello (Fraxinus ornus), il caprifoglio
          (Lonicera implexa), il citiso Montpellier (Teline monspessulana), il citiso trifloro (Cytísus villosus) e da
          altre entità. Alle Eolie sono presenti anche quercete a foglie caduche, dove al leccio si sostituisce la
          roverella (Quercus pubescens), particolarmente osservabili a Salina e a Panarea, e lembi di pinete sparse.
          Con la progressiva rarefazione, le formazioni arboree sono state sostituite dalla macchia, una vegetazione
          arbustiva che ricopre gran parte dei rilievi delle isole, costituita dall'erica arborea (Arbutus unedo),
          ginestra odorosa (Spartiumjunceum), dai cisti (Cistus salvifolius,  Cistus  monspeliensis, Cistus creticus
          ssp. Eriocephalus), oltre all'endemica ginestra (Genista tyrrbena). Questa vegetazione raggiunge le sue
          forme più belle nelle stazioni a  quote superiori a 300-400 metri, favorita durante le ore notturne con
          percentuali di umidità elevata anche in estate. Quando é degradata la macchia, si impoverisce sotto il
          profilo floristico, con monotonia di specie presenti come per esempio nelle cistete intorno al versante
          meridionale del Gran Cratere di Vulcano e sui rilievi di Panarea. In alcune zone, per il verificarsi di
          incendi, queste formazioni danno luogo a tipici stadi di macchia bassa: gariga e steppa. Tali ambienti,
          anche se degradati, rivestono spesso un ruolo importante nella biodiversitá floristica delle Eolie, infatti,
          molte specie trovano aree favorevoli alla propria espansione, oltre a creare uno spettacolare effetto
          cromatico.

          Nella gariga e steppa si riscontrano, particolarmente diffuse, le liliacee scilla marittima (Urginea
          maritima) e asfodelo (Asphodelus microcarpos), che con i loro alti scapi fiorali vivacizzano il paesaggio
          rispettivamente durante i periodi tardo-estivo e primaverile. Nelle falesie si trovano specie della flora
          rupicola, che qui annovera numerosi endemismi locali e dell’area tirrenica. La centaurea cineraria eolica,
          abbastanza comune in tutto l’arcipelago, è frequente in diverse tipologie vegetazionali. Più misteriosa é la
          storia di una leguminosa (Cytisus acolicus Guss.). La silene (Silene hicesiae) é alta fino a 1 m., con fiori
          purpurei, sembra essere abbastanza affine alla silene delle Isole Sardo-Corse; é localizzata soltanto sulle
          rupi del versante occidentale di Panarea.

          L'insularità e le condizioni ambientali particolari delle Eolie hanno creato particolari endemismi e limiti
          all'insediamento faunistico generalizzato. Specie di grande interesse erano sicuramente presenti
          nell'arcipelago come la cotumice e la foca monaca. La foca monaca, che a Filicudi occupava la grotta del
          Bue Marino era una specie costantemente presente lungo le coste dell'isola almeno sino al 1937. Fra i
          rettili, sono noti solo reperti sub-fossili della testuggine terrestre, rinvenuti a Lipari che ne attestano la
          presenza in epoche remote. L'unico anfibio certamente presente a Lipari e a Salina é il rospo verde  o
          smeraldino (Bufo viridis Laurenti) in grado di tollerare prolungati periodi di siccità. La tarantola muraiola
          o geco (Tarentola mauritanica L.) e l'emidattilo verrucoso (Hemidactylus  turcicus L.)  sono piuttosto
          comuni e facilmente osservabili in tutto l'arcipelago. Sempre fra i sauri, la fauna erpetologica di queste
          isole annovera due specie di lacertidi: la lucertola campestre e la rara lucertola delle Eolie. Questa
          lucertola é localizzata su piccoli isolotti e a Vulcanello, dove evita la competizione con la lucertola
          campestre. Abbastanza comune e facile da vedere lungo i sentieri é il biacco, innocuo e particolarmente
          utile in quanto fonda la sua dieta prevalentemente su piccoli vertebrati, tra i quali ratti e topi. La fauna
          ornitologica delle Eolie é assai rappresentata con circa 44 specie certamente o probabilmente nidificanti,
          mentre sono almeno 120 quelle svernanti o migratorie. Tra le specie più interessanti, ricordiamo la berta
          maggiore con la sua grande apertura alare (125 cm), in grado di restare per lunghi periodi in mare aperto.



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