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popolamenti animali che è principalmente dovuta al dinamismo delle acque, alla profondità e alla natura
          del substrato marino.

          Tra Levanzo e Favignana si estendono zone a sabbie grossolane e ghiaie fini e su questo fondale, dalle
          caratteristiche bionomiche tipiche del piano infralitorale, è presente una prateria di Cymodocea nodosa e
          Caulerpa prolifera.

          La zonazione dei popolamenti vegetali nell'infralitorale e nelle tre isole maggiori é caratterizzata
          soprattutto da  Cystoseira striata, a Marettimo sostituita da  Cystoseira mediterranea  e da  Cystoseira
          elegans.


          Proprio Marettimo, a causa del suo lungo isolamento dalla Sicilia, presenta una flora molto particolare,
          con alcune specie assai rare o del tutto assenti in altre parti del mondo; anche la fauna comprende
          numerose specie di uccelli e rettili caratteristici. Sono segnalate ben 247 specie di uccelli, tra cui il Falco
          Pescatore (Pandion haliaëtus), la Poiana nella sua forma meridionale (Buteo buteo pojana) e l'Aquila del
          Bonelli (Hieraetus fasciatus), stanziali nell'arcipelago; il Capovaccaio (Neophron Percnopterus) è invece
          specie di passo. Inoltre, lungo la costa ovest l’isola presenta una successione di aspre falesie a strapiombo,
          al di sotto delle quali si sviluppa una serie di grotte sommerse e semisommerse che fino agli anni ’70
          costituivano l’habitat della Foca Monaca (Monachus monachus). Lungo la costa di sud ovest è presente la
          piattaforma a vermeti.


          La vegetazione di Favignana non è dissimile da quella di Marettimo, ma si nota la mancanza del
          corbezzolo (Arbutus unedo) e del cisto (Cistus sp.) nella composizione della macchia mediterranea che è
          dominata da olivastro (Olea europaea  var.  oleaster  e da Anagyris foetida  var. neapolitana). Anche la
          gariga presenta differenze, a oriente dominata da timo (Thymus capitatus) e a  occidente da Asphodelus
          ramosus, Erica multifiora  e Thymalea hirsuta. La parte più alta delle isole è caratterizzata da macchia
          mediterranea con cespugli di leccio (Quercus ilex). Un tipo di macchia più bassa associa al rosmarino
          (Rosmarinus officinalis),  all'erica (Erica  sp.) e al lentisco (Pistacia lentiscus) anche cineraria marittima
          (Senecio cineraria), l'erba dei prati (Globularia alypum) e Ruta chalepensis.

          Molto simile è la vegetazione di Levanzo, dove si trovano radi cespugli di quercia spinosa (Quercus
          coccifera). Tra le emergenze naturalistiche di Levanzo si segnala la presenza del corallo nero (Gerardia
          savaglia) lungo il versante orientale.


          Geologicamente le Pelagie sono le isole più vicine al continente africano e, quindi, presentano delle
          caratteristiche a questo comuni.


          Il paesaggio dell'isola di Lampedusa si presenta quasi completamente brullo; le scarse precipitazioni
          associate alla scarsità di sostanza organica presente nel suolo e all’azione antropica hanno contribuito alla
          graduale scomparsa della macchia mediterranea, sostituita da una steppa mediterranea con cespugli di
          euforbie. Le zone rupestri sono ricoperte da vegetazione alofila come il finocchio di mare (Crithmum
          maritimum), Crucianella maritima, l'alisso marittimo. Si segnala la presenza del fior di tigre, per la quale
          Lampedusa rappresenta l'unica località italiana in cui questa specie succulenta è stata rinvenuta. La
          vegetazione litorale è caratterizzata da distese di Limonium lopadusanum, i cui pulvini producono una
          splendida e  delicata fioritura. Alcuni interventi del Corpo Forestale della Regione Siciliana hanno
          consentito, anche, il reinserimento del Pino d'Aleppo.


          Importante è il contingente di specie endemiche, nonché la presenza di specie rare che testimoniano i
          collegamenti che l'isola ha avuto sia con l'Africa che con la Sicilia. Grandi sorprese riservano gli insetti,
          per la grande varietà di specie presenti e la notevole componente di endemismi, tra i quali il Pamphagus
          ortolaniae, una grossa cavalletta priva di ali e lo  Julodis o. l., un coleottero dalla splendida livrea
          iridescente.




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