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Guardiania

              Reception


              Centro servizi

              Shop/farmacia/poste

              Lavanderia

              Alberghi e ristorazione


              Parcheggi

              Scuola nautica/sub

              Ricarica aria/gas


              Banca

              Noleggio imbarcazioni

              Noleggio


                                      Fonte: elaborazioni Assistenza Tecnica MATT



          b.4 Altre attività economiche


          Nell’isola di Favignana un’attività economica abbastanza fiorente è stata in passato quella estrattiva,
          dimostrata dalla presenza di numerose vecchie cave di tufo per l’estrazione della cosiddetta “Pietra
          Bianca” o “Pietra di Favignana”, bella varietà di  tufo conchigliare quaternario, con cui sono costruiti
          numerosi edifici nel trapanese. Tali cave, a parte un paio di modesta entità ancora attive, sono state
          perlopiù abbandonate e, in alcuni casi, trasformate in rigogliosi giardini.

          Gli storici fanno risalire lo sfruttamento del suolo favignanese ai romani, e oggi, nella zona archeologica
          di San Nicola il mare lambisce il "bagno delle donne", una specie di piscina d'epoca romana che riceveva
          l'acqua da un condotto che la collegava al mare.

          Le prime cave, quelle più antiche, per comodità erano state aperte lungo la costa. Infatti i primi cavatori
          aggredivano la roccia dal mare e poi, procedevano all’interno dell'isola, sezionando ed estraendo milioni
          di conci. Questi, ammassati all'aperto, venivano poi spinti lungo un apposito scivolo, approdando così
          sulla chiatta ancorata sotto la cava. I conci delle cave più lontane erano invece trasportati su carri di cui
          sono ancor oggi visibili le tracce sulla roccia.

          Il ruolo del tufo nell'economia dell'isola è stata rilevante quanto la pesca, ma oggi, nonostante la
          meccanizzazione, l'estrazione del tufo è un'attività in crisi, iniziata quando gli operai cominciarono a
          disertare le cave per il guadagno più facile e redditizio offerto dal turismo dell'isola. L’abbandono è poi
          proseguito a causa del costo del trasporto via mare divenuto sempre più proibitivo e del divieto di
          apertura di nuove attività estrattive in zone vincolate (art. 7 L.R. 15 maggio 1991 n. 24).

          L’acqua del mare, che ormai ha eroso le strutture più antiche, sta comunque creando scogli-sculture che si



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