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a)       entro le sei miglia (totano, occhiata, sauri, vope, minole, scorfano, aragoste, gambero
               rosso, triglie, acciughe, occhione);

               b)       fino a 20 miglia dalla costa (pescespada, allunga–palamito, lampuga, tonno  –pesca
               accidentale).

          In questi ultimi anni vi è stata una posizione forte e insuperabile da parte della Commissione Europea
          circa l’uso delle “reti derivanti” fino a decretarne la messa al bando totale.

          Tutto ciò ha contribuito anche a generare nel settore situazioni di incertezze e apprensione sul futuro del
          proprio mestiere determinando un contrasto stridente con la normativa nazionale e una disarticolazione
          con le attività tradizionali locali.

          Bisogna rendersi conto che per le isole Eolie intorno alla pesca del pesce spada si è sviluppata una cultura
          culinaria, delle tradizioni popolari che oggi fanno parte del patrimonio antropologico del territorio ed è
          motivo di grande interesse turistico.


          Risulta necessario salvaguardare e sviluppare queste attività in coerenza con la difesa e salvaguardia della
          specie ittica.

          Solo da qualche anno comunque, dopo una dura presa di posizione contraria dell’Italia e di altri paesi
          vicini, pare si stia aprendo uno spiraglio per rivisitare una Legislazione Comunitaria fortemente restrittiva
          che consenta in qualche modo la possibilità di sistemi di pesca con “reti da posta”

          La prossima scadenza della Conferenza internazionale sulla “Regolamentazione della pesca nel
          Mediterraneo” organizzata dalla commissione Europea a Venezia per il 25 e 26 novembre p.v.
          rappresenta un passaggio determinante per il futuro di questo settore produttivo che strettamente connesso
          alle nuove attività di “pesca turismo” e “ittiturismo” rimane con tutta la sua centralità per lo sviluppo
          economico e la crescita delle Isole Minori della Sicilia.

          b.3 Turismo


          Una possibile territorializzazione dei sistemi turistici siciliani vede tra le macro-aree anche quella relativa
          al “sistema Microinsulare” poiché esso presenta caratteristiche tipicamente di sistema secondo le nuove
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          logiche di sviluppo turistico affermate dalla Legge quadro nazionale 135/2001 : la conformazione
          geomorfologia dei territori e strutturazione del sistema antropico, dislocazione e funzione dei distretti
          turistici, immagine dei luoghi percepita dai turisti, rilevanza turistica delle destinazioni, esistenza di
          strumenti di programmazione negoziata e non, presenza degli enti e organismi turistici pubblici, tipologie
          di prodotto turistico commercializzabili in relazione alle specializzazioni territoriali, tendenze della
          domanda turistica nazionale e internazionale.


          L'attività turistica è attualmente il settore di primario interesse economico  comune a tutte le realtà
          microinsulari siciliane, il cui sviluppo è favorito dalla presenza di numerosi beni ambientali e culturali,
          soprattutto archeologici, presenti in tutte le isole.

          Il settore, però, si trova in uno stato di gap strutturale che la contraddistingue da sempre e che ha favorito
          la crescita di un turismo legato a brevi periodi dell'anno (quelli estivi) con la conseguenza di non avviare
          processi organizzativi e produttivi stabili e di degradare rapidamente le risorse ambientali dei territori
          isolani.





          20 Studio effettuato dall’Osservatorio Turistico dell’Assessorato regionale Turismo, Comunicazioni e Trasporti nel 2001.


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