Page 2 - Sicilia le piante nelle tradizioni
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popolari della Sicilia

Aranci, mandarini e limoni, mandorle e
capperi, pistacchi e fichi d’India, ma anche
mandragora, periploca, sommacco e
assenzio arbustivo. Il viaggio alla scoperta
delle tradizioni erboristiche italiane questo mese
fa tappa nella maggiore isola del Mediterraneo,
dove le contaminazioni arabe e normanne, e i
precetti della scuola salernitana, si ritrovano
nella cultura, nella lingua, nella cucina così
come nella medicina popolare

Sicilia: un’isola baciata dal sole,         metodi di preparazione che ricordano        ▲
     l’isola dei vulcani (Etna, Strombo-    le antiche civiltà che l’hanno dominata
     li) ma anche degli agrumeti e del      (25,59), di cui restano tracce anche nei
dolce profumo di “zagare” (fiori d’aran-    nomi dialettali (60,61). La vicinanza
cio) a primavera. Un’isola che guarda       geografica e culturale al Nord Africa è
verso l’Africa: colonia greca, poi roma-    attestata da un confronto tra le due aree
na, quindi territorio di conquista per      considerando i rispettivi usi in medicina
arabi, normanni, svevi e spagnoli. Natu-    popolare: dei 92 taxa censiti, 47 hanno
ra e cultura si fondono nella meraviglio-   usi comuni ai due territori, 45 invece
sa terra di Scilla e Cariddi, dei pupi e    diversi (19). Anche la tradizione della
dei carretti multicolori. E le vestigia     scuola salernitana ha lasciato tracce
di tale incontro sono, come sempre,         notevoli. Ne fa fede il detto: “La dieta è
affascinanti. In Sicilia, dopo le famose    lu primu midicamentu” corrispondente
ricerche dell’antropologo G. Pitrè (1)      a “Fortior haec meta est medicinae,
sulla medicina popolare, e di altri antro-  certa dieta” della suddetta scuola (1).
pologi vissuti in epoca recente, come E.
Guggino (2), sono state intraprese inda-      Tra le piante di maggiore tipicità,
gini etnobotaniche a tutto campo, negli     citate - come tutte quelle del presente
ultimi 20 anni, soprattutto da F. Lentini   articolo - secondo la nomenclatura di
dell’Università di Palermo (3-25), in       Conti et al. (62), ne elenchiamo alcune.
collaborazione con altri studiosi. Da
segnalare anche i contributi di Amico         L’astragalo siciliano (Astragalus
e Sorce (26), Arcidiacono (27-31), Bar-     siculus Biv.); nell’area dell’Etna il
bagallo (32-34), Catanzaro (35,36), Galt    decotto delle radici triturate era bevuto
e Galt (37), Napoli (38-49), Raimondo       per eliminare i calcoli renali e vescicali
(50), Schicchi (51,52), Tumino (53),        (32).
Venturella (54). Per i lavori di questi
ricercatori la Sicilia è una delle regioni    Il pistacchio (Pistacia vera L.). Il
meglio note dal punto di vista etnobota-    territorio di Bronte, dal suolo vulca-
nico e, per la ricchezza di specie (circa   nico improduttivo per altre colture, è
3.000 taxa), è uno dei territori con la     la più importante area di coltivazione
più alta biodiversità vegetale nell’intero  dei pistacchi in Europa (30). Importato
Mediterraneo. Ancora oggi vi ritroviamo     in Sicilia dagli arabi, come evidenzia
alimenti tipici (55-58), ingredienti e      anche il termine dialettale “frastuca” o
                                            “fastuca” che deriva appunto dall’arabo
                                            fustuq (60). La raccolta dei frutti si
                                            effettua ogni 2 anni a settembre, con

                                            Gennaio 2009 ERBORISTERIA DOMANI 47
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