Page 6 - Sicilia le piante nelle tradizioni
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■ Medicina veterinaria                       PIANTE PERICOLOSE PER IL BESTIAME                                                      Capparis spinosa  ▲
Nelle Madonie e sui Nebrodi i pastori        Come riferito dalla viva voce della
utilizzano le due specie Helleborus boc-     gente, l’ingestione eccessiva da parte       “cubaida” (25). Si consumano talvolta
conei e Pulicaria odora, dette “radic-       del bestiame di un’avventizia, Oxa-          i frutti di: Crataegus azarolus e Pyrus
chia”, per diagnosticare e curare la         lis pes-caprae, “ariedduci”, provoca         amygdaliformis; di uso comune nespolo
polmonite (16,21); le radici essiccate       infiammazioni intestinali, collasso e        (Mespilus germanica), fico d’India (21)
e fatte a pezzetti sono infisse nel petto    morte. È noto che un ranuncolo (R. sce-      ecc. In base a un programma di rac-
degli animali, proteggendo la ferita con     leratus) mangiato fresco determina gravi     colta e conservazione del germoplasma
bende; si forma dopo qualche gior-           intossicazioni, spesso letali, mentre i      frutticolo sono state individuate quasi
no una grossa vescica piena di pus,          disturbi scompaiono con l’essiccamen-        200 cultivar (pistacchio, carrubo, fico
che viene incisa, allontanando il mate-      to: allo stato secco la pianta può essere    d’India, azzeruolo ecc.). La maggior
riale infetto e la radice introdotta in      impunemente mangiata dall’animale. I         ricchezza varietale spetta al pero con
precedenza. È opinione comune che            giovani getti del “dabs” (Elaeoselinum       51 cultivar (52,56). Sono tipici: la fra-
l’animale guarisca entro pochi giorni.       asclepium subsp. asclepium) provocano        gola di Maletto (CT) e i fichi d’India
Tale uso dell’elleboro è noto anche nel      soprattutto in estate avvelenamento a        dell’Etna, di cui i più apprezzati sono
messinese (10); altrove sono descritte le    causa del latice contenuto; gli animali      gli autunnali o “bastarduni”, ottenuti
modalità rituali di raccolta della radice    muoiono soffocati per la infiammazio-        asportando fiori e cladodi primaverili
(29). Una pratica simile (Bronte) riguar-    ne della cavità orale che impedisce la       per stimolare una seconda fioritura in
da la radice di Ranunculus trilobus,         respirazione (54).                           luglio-agosto (56).
pure chiamato “radicchia”: pezzetti di       ALIMENTAZIONE ANIMALE
questa si pongono in tre buchi praticati     È noto che una specie di macchia,            ■ Alimentazione minore
nell’orecchio dell’animale, a costituire     l’ipocisto (Cytinus hypocistis), “lupa di    Le verdure spontanee, raccolte in inver-
un triangolo; il decorso è simile a quel-    rusiedda”, e il centonodi (Polygonum         no-primavera, hanno un sapore che
lo già descritto, salvo varianti rituali     aviculare) sono molto ricercati dai maia-    non ha eguali, perché risultato di una
(30). La “erva bianca” (A. arborescens),     li (33); questi sono ghiotti anche di        crescita secondo ritmi biologici natu-
mescolata al foraggio, risulta essere        fichi d’India, papaveri campestri (37),      rali. I piatti tradizionali possono essere
valido rimedio contro la diarrea del         ghiande (29,37). Tra le erbe gradite         apprezzati presso gli agriturismi, che
bestiame (16). I frutti pestati di ”milu-    alle galline: stellaria (S. media) (29),     possiedono a volte coltivazioni di piante
nedda di surci“ (Ecballium elaterium)        parietaria (37) e ortiche fresche. Le        tipiche, con beneficio per l’economia
erano purganti per i muli (6). In caso       ultime incrementerebbero la produzione       locale. Nel recente studio di Lentini
di infiammazioni intestinali e calcoli       di uova (9,35,37). Il papavero selvatico     e Venza riguardante l’intera isola (25)
renali si davano in pasto abbondanti         stimola la crescita dei tacchini (30,31);    sono citate 188 specie spontanee della
rizomi di gramigna puliti. Il decotto        gramigna (45) e vilucchio (Convolvulus
concentrato di radice di fico d’India con    arvensis) (9) quella dei conigli. In Sici-
olio d’oliva curava il meteorismo (35).      lia le carrube sono da secoli mangime
A scopo galattagogo infiorescenze di         per bestiame (35); in foraggio sono dati
agave (9) e fronde di polipodio (37) sono    Lotus corniculatus, Typha latifolia (33)
date in foraggio fresco ai bovini; valeria-  ecc.
na rossa alle capre (45). Infusi/decotti     ■ Alberi da frutta
di radice di ”masticogna” (Atractylis        Il mandarino (Citrus deliciosa) fu intro-
gommifera) erano utili in parassitosi        dotto tra il 1810 e il 1820 nell’Orto
(pediculosi) ma solo a uso esterno,          Botanico di Palermo e in meno di 30
per la notevole tossicità della pianta       anni divenne una delle specie che più
(9,10,36). Frizioni con menta puleggio       hanno contribuito a trasformare il pae-
allontanavano le mosche dal bestiame         saggio agricolo dell’isola (cfr. la famosa
(29). Come vulnerari si applicavano il       “Conca d’Oro” presso Palermo, grande
decotto di Verbascum sinuatum in olio        estensione di agrumi tra cui anche aran-
d’oliva su fenditure di zoccoli di equini    ci, dai frutti colorati come l’oro). L’uso
e ovini (36) o le foglie bollite (10), il    degli agrumi si è talmente radicato nella
bulbo pesto di scilla (3), le foglie di      tradizione siciliana da rientrare anche
“nepitella”(30) e la radice tuberizzata      nella sfera rituale: per la festività di S.
di Asphodelus ramosus subsp. ramosus         Giuseppe a Pantelleria, nelle famiglie si
pulita e schiacciata (29,30). Le cene-       prepara un altare, ai piedi del quale si
ri di parti resinose di pino d’Aleppo        depongono panieri con frutti del cedro
spalmate con olio curavano infezioni         (Citrus medica) come offerta di primizie
cutanee (32). Fusti di ferula spaccati       al Santo (35). La pasticceria siciliana
in due, privi del midollo, servono da        fa spesso uso della squisita pasta di
strumento ortopedico per immobilizzare       mandorle, di fichi secchi, uva sultanina,
un arto fratturato con l’ausilio di legacci  noci ecc. (57,58). Le mandorle sono alla
vegetali (29,30). Le cariossidi di loglio    base del “pesto alla trapanese” e della
si ponevano nel pastone di animali irre-
quieti per renderli docili (36).

                                                                                          Gennaio 2009 ERBORISTERIA DOMANI 51
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