Page 8 - Sicilia le piante nelle tradizioni
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Hypochaeris radicata, foglie basali e esso di appositi rilievi, si differenziano: bollite e tritate in frittelle con uova a
parti aeree bollite e soffritte con olio e 1) il “cannolo” o “manna in cannolo”, Ustica (13); il “finucchieddu marinu”
aglio; Brassica rupestris subsp. rupestris, la parte più pregiata del prodotto; 2) la (Crithmum maritimum) che dà un tipico
ricercata durante carestie (29). “manna in sorte” o “manna di pala”, sapore a varie pietanze, uso delle Egadi
scolata fino a terra e cristallizzata in (14); il timo (T. capitatus), a Pantelleria
■ Cibi-medicina cladodi di fico d’ India; 3) la “manna usato con sale per conservare il pesce
Oltre 30 piante sono segnalate come in rottame”, che si rapprende lungo (37,64); l’alloro che profuma i fichi (33);
cibo-medicina nella tradizione sicula il tronco. La raccolta si effettua ogni il salvione giallo (Phlomis fruticosa),
(24,25). Per esempio si è riscontrato che settimana, da metà settembre ai primi uso aromatizzante anche turco (25). Ad
le foglie di finocchio sono diuretiche e di dicembre sulle Madonie, presso Pol- Alcara Li Fusi l’origano è raccolto per
quelle di Beta vulgaris subsp. maritima lina e Castelbuono (16,55); tipico della tradizione il 5 agosto, al ritorno dalla
lassative. Talvolta la stessa pianta può seconda località è un dolce con manna visita al Santuario della Madonna delle
avere diversi effetti, come i frutti di detto ”mannetto” (25 ). Galeno chiama Grazie (29). Con fusto e infiorescenze di
fico d’India che possono causare stipsi la manna “miele di rugiada” e Dioscori- finocchio è allestito il cercine (“curuna
se consumati con i semi, ma diventano de “miele di frassino” (57) (orniello: in di finucchiettu”) posto alla superficie
invece lassativi senza di essi (25). Tra greco melìa) (59). L’uso delle granite si del contenitore (“giara di crita”) delle
i prodotti vegetali notevoli in questa ricollega all’usanza, iniziata dai Greci, olive in salamoia, che aromatizza il
ottica, citiamo la famosa “manna”, otte- di sfruttare per la conservazione dei liquido e impedisce alle olive di galleg-
nuta dalla linfa azzurrognola che in cibi le nevi etnee, mantenute in caver- giare fuori di esso, evitando che ammuf-
alcuni Fraxinus (F. ornus subsp. ornus ne e pozzi; furono tuttavia gli Arabi a fiscano (29,31).
e F. angustifolia subsp. angustifolia) realizzare un sorbetto ad arte con succo
fuoriesce, in estate, dal tronco e dai di limone, polpa di fragole ecc. Una ■ Liquori e altre e bevande
rami principali incisi. La manna è un granita è preparata con more di gelso La farina di carrube posta in forno aro-
dolcificante naturale con proprietà leg- nero (58). matizza i vini (9,36) e la “erva musca-
germente lassative, adatto soprattutto ■ Usi aromatizzanti tedda” (Salvia sclarea) dà loro una nota
agli anziani, pura o sciolta in acqua o Si citano: l’uso di foglie tagliuzzate di di moscato (33). La buccia di 2-3 arance
latte (45). Emolliente e sedativo della finocchio per aromatizzare la “pasta è posta per 15-20 giorni in 1 L di vino
tosse, è anche utile ai diabetici perchè con le sarde” (PA) a Natale (25,37) e rosso: un bicchierino di questo vino è
non altera la glicemia (55,57). Tra i suoi la minestra con le fave secche detta tonico e digestivo (6). Dalle bacche di
principi attivi (cumarine glicosidate) “maccu” da cui il detto “essere favi e mirto si ricava un liquore, cfr. ricet-
il più abbondante è la mannite o D- finocchi” con riferimento a cose o per- ta (29). Alcool per liquori è ottenuto
mannitolo (“zucchero di manna”). Per sone che filano in perfetto accordo (25); da frutti fermentati di corbezzolo (33).
Schicchi et al. (51) in relazione all’incli- le piante tenere di finocchio selvatico Per dare alle botti un grato aroma vi
nazione del tronco o all’applicazione su si lasciavano per una notte i decotti
Fiori di Citrus sinensis di fusti fioriti di Daucus
carota subsp. maximus,
radici fresche di carciofo
selvatico e scorze di aran-
ce secche (10); di bucce
di arancio, foglie di alloro,
sambuco, “carducci” (31);
di erba cedrina (36).
■ Nomi dialettali
Nel dialetto siciliano si
nota l’influenza della lin-
gua araba in vari fitonimi:
“carrubba” per il carru-
bo, dall’arabo harrub(a);
“giummarra” per la palma
nana, da gummara; “sum-
maccu” per il sommacco,
da summaq; “zafrano” per
lo zafferano da za’faran
(60). Però “cartèdda”, che
designa la cesta, proviene
dal greco kartallos; i getti
di erbe eduli sono detti
“taddi” dal greco thallós,
germoglio (28); “canìgghia”
(crusca) deriva dal latino
volg. canilia (61).
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Gennaio 2009 ERBORISTERIA DOMANI 53