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etnobotanica Le piante nelle tradizioni popolari della Sicilia
▲ cucina tradizionale, con
nomi dialettali e ricette,
paragonate a usi di altre A. acutifolius e la cui parte edibile sono Fraxinus ornus
aree italiane e del Mediter- i turioni; tali specie, come il Ruscus
raneo. Tra queste piante, hypoglossum,”sparaciu di tronu”, sono Variamente cucinati sono i bulbi di
62 (di cui 23 Asteraceae) mangiate in omelettes, paste, riso Allium ampeloprasum (25). Raro è l’uso
sono consumate crude o (21,28). dei getti sbollentati e soffritti di Lycium
in insalata; 74 (con 26 europaeum (25,31). Gli “sparacogni”
Asteraceae e 12 Brassica- Il cappero, le cui cime tenere dei tral- (Tamus communis) sono tra gli erbaggi
ceae) si mangiano lesse; ci possono essere consumate come ver- più apprezzati in area etnea: ad aprile-
37 sono aromatizzanti; in dura; poichè contengono l’amarissima maggio sono venduti in mazzi e rien-
numero limitato si conser- rutina, esse sono sbollentate, strizzate, trano nei menù dei ristoranti di Bronte
vano in salamoia. L’uso di quindi poste in acqua fredda, meglio se come specialità locale (parti apicali
30 taxa è esclusivo della salata, da sostituire 2-3 volte al dì, poi lesse amarognole per pastasciutte, ver-
Sicilia. Nel lavoro sono cucinate e condite con olio, limone e dure, frittate) (28,31). Una vera leccor-
anche elencati 78 funghi. origano (28). nia sono le cime di nuovi getti di Silene
Un’altra importante ricer- vulgaris subsp. tenoreana e i ciuffi delle
ca è quella di Arcidiacono L’asfodelo giallo (Asphodeline lutea), i tenere foglie lesse, fritti in polpette con
e Pavone relativa all’area cui getti (privati delle foglie avvolgenti) uova e pecorino (28). Di gradevole sapo-
dell’Etna (28), in cui gli o i fiori sono lessati o infarinati in fritta- re amarognolo sono i nuovi getti prima-
autori descrivono in ampie ta con formaggio (25,28,29,31,45). verili di rami di Smilax aspera, rossastri
schede, con note circa la e tenerissimi, cucinati come asparagi
pulitura dell’erbaggio, Tra gli usi alimentari inconsueti: la (28). Specie di uso esclusivo in alcune
l’ecologia ecc., oltre 40 palma nana (germogli crudi in insalate comunità sono tipiche di altre aree
specie edibili. Le erbe nel ragusano, come in Sardegna e Tuni- mediterranee, come Barlia robertiana,
spontanee tipiche, oltre ai sia) e il cardo siriano Notobasis syriaca mangiata a S. Pietro di Caltagirone (CT)
comuni caccialepre, car- (teneri fusti crudi con pane e formaggio e a Bodrum (Turchia); e Plantago coro-
ciofo selvatico, tarassaco di capra) (25). I tuberi dello zigolo nopus (messinese, Tunisia, Creta). Tra
ecc., sono assai numerose: (Cyperus esculentus) sono utilizzati e le altre eduli (cfr.25): Carlina hispanica
la cardogna (Scolymus grandiflorus), commerciati nel trapanese; il rizoma di subsp. globosa (27,28); Plantago lago-
“scoddi” (10,31), in un piatto caratte- Hermodactylus tuberosus (uno degli ali- pus (10), Lactuca viminea e Hyoseris
ristico di Bronte figura in minestra con menti preferiti dell’istrice) è mangiato radiata subsp. radiata (“radicchiu”),
le tagliatelle e le foglie bollite (raccolte nell’area dell’Etna alla brace o bollito rosette lesse; Crepis vesicaria, parti
in inverno) ridotte alla sola nervatura senza epidermide. Mai citato è l’uso aeree e rosette lesse (29,31); Biscutella
centrale per eliminare le spine (31). alimentare del guado (Isatis tintoria maritima, foglie cotte (45); Onopordon
subsp. tinctoria ), “maju”, fiori in boc- illyricum, ricettacoli e gambo ripuliti da
La radicchiella tirrenica (Crepis bur- cio lessati e conditi con olio e limone, spine o strato corticale, rispettivamente;
sifolia), “ricuttella”, apprezzata solo o fritti (non facilmente digeribili) (28).
in Sicilia per alimentazione, di cui si
usano le rosette basali (25,27) nell’area
dell’Etna.
La “lattuchedda di S. Giuseppe”
(Fedia graciliflora, syn. Fedia cornuco-
piae), raccolta quando è ancora tenera,
verso la metà di marzo (16). Appartie-
ne alla famiglia delle valerianelle. Si
mangia cruda con olio e limone anche
a Mistretta (ME) dove è chiamata “lat-
tuchedda i maio” (10).
Il cavolicello (Brassica fruticulosa
subsp. fruticulosa), descritto per Eolie
(11) e Sicilia orientale (25) e apprezzato
contorno di salsicce alla brace (28).
Il “cauliceddu” è la verdura “regi-
na” del territorio etneo, ricercata da
autunno a primavera e oggetto di sagre;
“caliciddara” sono i venditori anche
ambulanti dell’erba (28,31). Se ne cuo-
ciono i giovani getti, le foglie tenere
o la piantina (28). L’asparago bianco,
”sparaciu biancu” (Asparagus albus)
dai cladodi molli come il coltivato, che
si affianca (13,16,25,28) al più comune
52 ERBORISTERIA DOMANI Gennaio 2009