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Da Santa Caterina alla Colombaia di Giuseppe Romano

                                  GIUSEPPE TARDIO: L'AVVOCATO BRIGANTE

Con l'unità d'Italia, le carceri di Favignana continuarono ad ospitare oppositori politici, ma stavolta del nuovo regime: i
briganti, ovvero, uomini che avevano creduto e lottato per un'Italia migliore che la monarchia sabauda non seppe
dare. Ci furono tasse fino allora sconosciute e il servizio militare obbligatorio. In questo clima, nacque una reazione,
una resistenza contadina all'unità italiana, che sfociò in quel movimento di protesta sociale definito - dagli storici
detrattori del Meridione - "brigantaggio". I piemontesi, che non conoscevano affatto l'Italia inferiore - come la
chiamavano - si aspettavano di essere accolti con tarallucci, tarantelle, fiori e fanfare, ma furono invece accolti da
fucilate che forse nessuno aveva loro preannunciato; per farsi "rispettare" ricorsero a quella che lo scrittore-
giornalista Salvatore Scarpino chiama "la pedagogia del plotone d'esecuzione".
Furono molte le bande di rivoltosi antiunitari che agirono al Sud, alcune col chiaro obiettivo di riportare Francesco II
sul trono di Napoli. Nel Cilento ci furono diverse bande, ma la più importante fu quella di Giuseppe Tardio "l'avvocato -
brigante", il cui nome resterà indelebilmente legato all'isola di Favignana.
Giuseppe Tardio, "intelligente ed inafferrabile condottiero dei contadini-briganti", era primo di quattro fratelli ed aveva
studiato con sacrifici presso il Reale Liceo di Salerno, laureandosi nel 1858 - a 24 anni - in Legge con il massimo dei
voti. Di sentimenti liberali, il giovane legale di origine contadina, dopo aver visto il gattopardismo e gli antichi padroni
che, mutato regime politico, erano rimasti a galla per continuare a spadroneggiare, passò con i filoborbonici dopo
essere stato addirittura ispettore della Polizia Generale ed essere stato anche in prigione per aver partecipato,
qualche tempo prima ad una manifestazione a Salerno a favore di Vittorio Emanuele II.
Il 18 settembre del 1861, con 32 uomini, partì dal porto di Civitavecchia e nella notte tra il 21 e il 22 settembre
sbarcò ad Agropoli, dove compì numerose azioni di rivolta antiunitaria in numerosi paesi del Cilento: Centola, Foria,
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