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Da Santa Caterina alla Colombaia di Giuseppe Romano

                                  LA NASCITA DELLA SALA PER SPETTACOLI

Il 22 aprile del 1952, il direttore delle carceri succursali della Colombaia, dott. Di Piazza scrive a S.E. il Direttore
Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena comunicando che ha realizzato una sala teatro per i detenuti, chiedendo
nel contempo l'approvazione al suo operato. Bisogna dire che, per l'epoca, il dott. Di Piazza appare come un direttore
"illuminato", con un'apertura mentale verso le problematiche dei detenuti, diversa rispetto al passato. Nella lettera il
direttore Di Piazza racconta come venne realizzata la sala teatro lasciandoci un documento storico importante ai fini
della ricostruzione della storia della Colombaia:

         "Da un po' di tempo carezzavo l'idea di trasformare in sala per spettacoli, anche cinematografici, e
         conferenze, uno o due ambienti inutilizzati del padiglione costruito durante l'ultima guerra dalla
         Marina Militare nell'isola della Colombaia, per deposito di mine e torpedini, allo scopo di dare di tanto
         in tanto ai detenuti ivi ristretti qualche ora di sana ricreazione.
         Recentemente, infatti, mi sono deciso ed ho fatto abbattere un muro divisorio ottenendo così
         dall'unione di due cameroni attigui alle sale scolastiche, un'ampia e bella sala di 20 metri di
         lunghezza, 8 di larghezza e 6 -7 metri di altezza, oltre un attiguo corridoio di pari lunghezza e di 5
         metri di larghezza, capace di 300 spettatori.
         Utilizzando, infine un altro piccolo locale adiacente, è stato ricavato un ampio palcoscenico.
         La sobria decorazione e la sistemazione della sala sono state rese possibili perché si dispone
         sempre di qualche po' di materiale murario, mentre, per ovvii motivi, improvvisato alla meglio è stato
         l'impianto di illuminazione elettrica, che bisognerà sistemare razionalmente specie per quella parte
         che interessa il palcoscenico, che manca anche del sipario.
         Tanto per l'uno, quanto per l'altro, bisognerebbe sostenere una spesa di circa Lire 50.000, somma
         della quale non si dispone, ragion per cui, anche a nome dei detenuti, rivolgo un appello all'E.V.,
         sicuro che esso non rimarrà inascoltato.
         Il primo spettacolo, anzi per essere più preciso, qualche cosa di più di una prova generale, anche per
         renderci conto dell'acustica della sala, con l'intervento dei detenuti e del personale, ha avuto luogo
         durante le Festività Pasquali, con risultati soddisfacenti sotto ogni riguardo.
         I detenuti si sono esibiti in un atto unico a sfondo morale ed in alcune scenette comiche individuali,
         destando l'ammirazione ed il plauso di tutti i presenti. Francamente non immaginavo di poter tirar
         fuori del buono ndall'elemento di cui si dispone e di ciò, oltre agli "attori", va dato merito ai quattro
         insegnanti ed in modo particolare ad uno di essi, il prof. Giuseppe Vacirca, che con particolare
         passione si è assunto il difficile ruolo di "regista".
         Lo spettacolo è stato allietato dall'orchestrina delle A.C.L.I., che si è offerta gentilmente, ed integrato
         da un programma di arte varia organizzato da alcuni studenti dell'A.C.
         Sarà possibile tenere anche proiezioni cinematografiche perché l'E.N.A.L. ci ha promesso di mettere
         a nostra disposizione - al bisogno - la propria macchina cinematografica, ed analoga concessione ci
         sarà fatta dai gruppi giovanili della D.C., non appena la macchina a passo ridotto che hanno in
         dotazione sarà rimessa in efficienza.
         Con la istituzione di regolari corsi elementari di insegnamento che hanno avuto inizio nell'anno
         scolastico 1947/48, quando cioè la situazione degli istituti carcerari unitamente a quella del Paese si
         avviava alla normalità, anche qui si potè cominciare a lavorare in profondità per il recupero del
         detenuto alla vita sociale.
         Questo lavoro è stato lento, si, ma costante, e i risultati - nel complesso - soddisfacenti hanno
         incoraggiato a proseguire sulla medesima via per la completa realizzazione del programma di
         massima che mi ero prefisso di svolgere.
         In ciò ho avuto dei validi collaboratori, fra i quali debbo segnalare il maresciallo Carmelo Bazzano,
         che si distingue per la sua instancabile attività.
         Con la realizzazione di questa sala, conto di dare frequentemente ai detenuti qualche ora di sana
         distrazione, seguendo anche in questo campo gli orientamenti dell'E.V. che, con una equlibrata
         larghezza di vedute, ci ha sganciato dal rigidismo di una volta, pur contenendo sempre qualsiasi
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