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Da Santa Caterina alla Colombaia di Giuseppe Romano

conseguenza, soggette anche ad un'insalubre ed eccessiva umidità.

NOTE:

1 Dalla perizia dei Baluardi di Trapani e sottostanti terreni; sta in "I Baluardi di Trapani a cura di Michele Megale, Edito dal Centro Studi Giulio
Pastore, Trapani dicembre 1995.
2 Rastrello: specie di robusto cancello di ferro che si usava calare, di notte, dinanzi alle porte della città e delle fortezze.
3 All'interno del forte, i Cappellani svolgevano il loro ministero nella celebrazione dei riti religiosi e nella somministrazione dei sacramenti ai militari
del presidio e alle loro famiglie, nonché ai relegati e carcerati che si trovavano rinchiusi nel castello per espiare la pena. Ma il loro ufficio non era
limitato solo all'attività sacerdotale. Ad esempio, specie sulle isole, svolsero "in defectio" compiti di pubblico notaio e rogarono atti, e procure
riguardanti i residenti nel castello che, a diverso titolo, non potevano abbandonare il presidio.
Verso la fine del 1700, a cusa dei tanti pretendenti all'incarico di Regio Cappellano, fu introdotta anche la figura del vice Regio Cappellano, dando la
facoltà ai conventi della città di Trapani (Carmelitani, Agostiniani, Terzo Ordine Religioso, Domenicani, Parlotti, Mercenari e Francescani) di fornire,
a turno e ogni tre mesi un loro religioso. I Regi Cappellani trimestrali, si alternavano nel servizio, oltre che a Marettimo, anche nei forti di Favignana,
Colombaia, Castello di Terra e Castello di S.Anna a Trapani.
4 Comito: Sulle antiche galee, sottufficiale cui era affidata la manovra delle vele e la direzione di altri servizi di bordo. Capo della ciurma nella
marineria medievale. Dal latino comíte : compagno di viaggio.
5 Gli algozini erano collaboratori dei "censori", i quali dotati di ampi poteri, analogamente a quanto avveniva in altre città del Regno, avevano il
compito di porre freno al dilagare del vagabondaggio. Questi incarceravano tutti gli sbandati che incontravano per strada e si curavano di interrogarli
"su come campavano e che officio o arte faciano. E quando non lo haviano arte o vero officio ci faciano ijuntione di averla di fare e non andare
vagabondi per la città: e questo sotto la pena della galera" . Nel 1580 a Palermo furono nominati 2 censori che"andavano in giro con un bastone
dorato in mano di 4 palmi di lunghezza e di grossezza di un braccio , con un salario di 80 onze per uno, ed haviano 4 algozini per loro".
6 E' di quel periodo l'introduzione nei decreti del regno di una inusitata locuzione "al di qua del Faro" e "al di là del Faro" per indicare rispettivamente
il territorio continentale e quello insulare.

BIBLIOGRAFIA:

"L'utopia penitenziale Borbonica - dalle pene corporali a quelle detentive" di Giovanni Tessitore, Franco Angeli Editore - Milano 2002
"Origini Storiche degli Agenti di Custodia" Di Paolo - Colletti - Raciti - Edito da Ministero di Grazia e Giustizia - Roma 1989;
"Storia di Trapani" di Mario Serraino. Corrao Editore. Trapani 1976;
"Baluardi di Trapani" a cura di Michele Megale - ed. Centro Studi G. Pastore - Trapani 1995;
"Le incursioni corsare dal XV al XVI secolo" di Petronilla Maria Adelaide Russo. Editecnika - Trapani 1988;
"Frammenti per la storia dell'isola di Marettimo" di Gino Lipari - sta in Il Giornale delle Egadi - Febbraio 2002
Archivio di Stato di Palermo - Real segreteria di Stato presso il Luogotenente Generale in Sicilia - Dipartimento Polizia Generale in Sicilia.
Repertorio anni 1819,1820,1821- sta in Filza n.1; fasc. 1; doc.6; del 29/5/1820.
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