Page 3 - storie_tonni_tonnare
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innovazione,  insieme  ad  alcune  migliorie  apportate  al  sistema  di  pesca,  cambiò

        radicalmente la vita di chi era coinvolto nella tonnara, che da allora impiegò anche
        molte donne nella cottura, la lavorazione e la conservazione nelle scatole di latta con la

        nuova apertura a chiave.











































        Gli stabilimenti



               Alla tonnara si unì infatti anche uno stabilimento di lavorazione del pesce, che il

        figlio di Vincenzo – Ignazio (detto senior per distinguerlo dal figlio) – trasformò in
        uno  dei  più  importanti  siti  industriali  dell’epoca.  A  vederla  oggi,  la  tonnara  –  di

        proprietà della regione Sicilia – è un maestoso esempio di architettura industriale, che

        conserva il fascino della storia che vi si annida, e una sacralità profonda – amplificata
        dalle navate e dall’infilata di archi imponenti – legata all’attività stessa della cattura

        del pesce. 32mila metri quadrati, di cui oltre tre quarti coperti, corti e spazi diversi per
        dimensioni e destinazioni d’uso, tre alte ciminiere, 24 caldaie di cottura del pesce, e

        altre aree in parte riconvertite a sale espositive, come quella che oggi ospita la video-

        installazione  Torino  con  i  racconti  dei  vecchi  operai  della  tonnara,  o  quella  che
        accoglie  i  reperti  archeologici  ritrovati  nell’arcipelago.  Ancora  nell’ultima  stanza,

        quella  che  affaccia  sul  mare,  sono  conservate  le  barche  usate  ella  pesca,  un  museo

        delle  navi  dal  fascino  unico.  L’obiettivo  è  questa  struttura  diventi  un  centro
        d’informazione sul mare e sul tonno, studiato nel suo valore alimentare e commerciale,
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