Page 25 - tonni e tonnare
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La tonnara è stata sempre oggetto dell'interesse di moltissimi scrittori.
                      Sarebbe lungo enumerarli tutti ed esiste sempre il timore, in un elenco che si
                      vorrebbe completo, di dimenticarne qualcuno.

                             Ricordo quindi la descrizione del solo 0PPIANO di Cilicia (loc. cit.),
                      vissuto verso la fine del II secolo, poiché, a parte l'enfasi, la sua descrizione

                è ancora attuale: «Ora tutte le reti di cittade a guisa, su pe' flutti ne cammi-

                     nano . Avvi rialti ed avvi porte ed avvi profonde gallerie ed atri e corti.
                     Quelli velocemente in schiere muovonsi come falangi di uomini che marcino
                     schierati. .. » come può notarsi dalla riproduzione del grafico della tonnara di
                     Magazzinazzi, così calata fino al 1961 secondo lo schema indicato, e
                     mostrare una riproduzione della fine del 1700 di una tonnara di Trapani.
                     Nelle riproduzioni dei due acquarelli di un anonimo vedutista siciliano della
                     fine del 1600, ritrovati dal caro, indimenticabile Amico GIORGIO BINI, sono
                     mostrate nelle pagine successive due scene di pesca con tonnara.

                             Una tonnara è in effetti quell'impianto di reti in mare, disposto a sbar-
                     ramento di un determinato specchio acqueo, costituito da una «isola » for-
                     mata da «camere » e da una «coda o pedale » capace di incanalare i tonni
                     che lo incontrano, durante i loro liberi movimenti nel golfo, orientandoli
                     verso l'isola stessa che ha, a sua volta, capacità di trattenerli e di mantenerli
                     come in una trappola.

                             E proprio di una grossa trappola si tratta in quanto i tonni pervenuti
                     all'entrata di essa, dopo aver risalito il pedale, vengono rinchiusi o da soli si
                     immettono nelle già citate camere di rete che hanno una parete mobile o
                     «porta» come una grossa saracinesca che, piuttosto che cadere dall'alto; vie-
                     ne sollevata dagli uomini di guardia dal fondo ove normalmente giace quan-
                     do non ci sono tonni.

                            La tonnara è quindi costttmta da un parallelepipedo di reti che dalla
                     superficie del mare, ove sono sostenute da galleggianti, arrivano al fondo
                     ove sono tenute da adeguati piombi, inframmezzato da reti mobili che costi-
                     tuiscono le porte e delimitano le camere, e aperto solo nel varco che è legato
                     direttamente quasi ad angolo retto con il pedale, avente la funzione di con-
                     vogliare i tonni verso di esso.

                            Solo l'ultima camera, che è quella detta della morte, è dotata di rete
                     anche nella parte inferiore o del fondo; arrivati qui i tonni, attraverso op-
                     portune manovre di apertura e di chiusura delle porte, essa viene alzata a
                     braccia dai pescatori che portano in superficie i tonni per l'uccisione.

                            Per la predisposizione della tonnara sono sfruttate alcune secolari os-
                     servazioni di base:
                     a) la caratteristica spiccatamente gregaria del tonno allorché si trova in fase

                         genetica e

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