Page 59 - tonni e tonnare
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squali più veritieramente dice che i pescatori pregano Nettuno di allontanarli
dalla tonnara perché impauriscono il branco di tonni prigionieri che nella lo-
ro folle paura potranno dilacerare le reti nel tentativo di fuga.

        D'un salto superiamo il Medio Evo per arrivare al 1700; ben poco vi è
da dire su quanto fu scritto, infatti, sui tonni in questo periodo ciò che indi-
ca una profonda stasi nelle osservazioni in mare assai probabilmente in rela-
zione alle vicissitudini piratesche davanti le nostre coste che videro per lun-
ghissimi anni ridotta se non annullata l'attività di pesca.

        Dei pochi che si dedicarono alla storia naturale degli animali marini vi
è da ricordare - tra i vari GYLLIUS, MATTIOLI, RoNDELET, SALVIANI -
PAOLO GIOVIO per la sua amena storiella sul fatto che i tonni distinguono il
parlar greco dall'italiano «il che conobbe con meravigliosi argomenti, non
havendo essi alcuna paura delle voci greche dove alle italiane fuggono via
subito; et questo mi è stato affermato anche da molti calabresi» ed ALDO-
VRANDI che per primo asserisce (e sarà poi messo in dubbio da PARONA) co-
me si trovassero giovanissimi nati di tonno davanti il Po, il che è oggi piena-
mente provato.

       Si arriva così all'Abate CETTI che nel 1770, dopo 2.000 anni circa,
sulla base di ricerche originali da lui condotte nelle tonnare di Sardegna, ap-
porta nuove e più ampie conoscenze sulla migrazione dei tonni, sulla loro
crescita, sui loro comportamenti anche se spesso unite a vecchie credenze
che riferisce per la parte non coperta dalle sue dirette conoscenze. Ha inoltre
il grandissimo merito di avere parlato per primo dell'alalunga: scrive infatti
che «120 alalunghe si sono trovate quest'anno nelle tonnare di
Trabuccadu>>; si domanda «è forse essa alalunga un pesce di nuova appari-
zione forse come in alcuni Paesi tardarono a farsi vedere certi uccelli»; con-
clude «checché ne sia, oggi certo l'alalunga è saputissimo pesce in tutto il
Mediterraneo, anch'esso pesce di corsa e corre insieme al tonno e marcia in
grandissime frotte di più migliaia... I siciliani ne fanno ricchissima pesca e lo
insalana. come il tonno «.

       Ritornando in argomento, fonda la sua teoria delle migrazioni sulla
provenienza atlantica del tonno genetico ma informa che molti tonni restano
in Mediterraneo nella profondità dei golfi e perciò li chiama «golfitani »; in-
tuisce l'omotermia delle acque profonde mediterranee affermando che il ton-
no «raffreddandosi la regione superiore dell'acqua va a trovare la tepidità
del fondo e vi dura finché la regione superiore non si rattempri daccapo:
emergono dunque i tonni in primavera e ne emergono pur in Mediterraneo
ma quei che formano l'abbondanza o, come dicono i pescatori, la Manna
del Mediterraneo, emergono altrove nell'Oceano e sono avveniticci nel Medi-
terraneo e viaggiatori». Indica le rotte seguite dai tonni nell'ambito del Baci-
no Occidentale intuendo altresì le ramificazioni della corrente di trasgressio-
ne oceanica entrante di cui allora non si supponeva lontanamente l'esisten~a~

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