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Pycnodonte navicularis (Brocchi) (MALATESTA, 1957). Per Favignana lo
stesso MALATESTA (1957) segnala calcareniti plioceniche con Amphiste-
girw, mentre dalle mie ricerche è risultata la presenza, in sedimenti
quaternari, di foraminiferi rimaneggiati provenienti sia dal Pliocene in-
feriore (Globorotalia margaritae Bolli & Bermudez), sia dal Pliocene
medio (Globorotalia crotonensis Conato & Follador), prova che nel-
l'isola esistevano sedimenti, oggi non più affioranti, databili fino al
Pliocene medio. A Favignana sono poi largamente rappresentati depositi
in facies di piattaforma del Pleistocene inferiore o Calabriano - calca-
reniti con Cyprina islandica (L.) e Terebratula terebratula (L.) - e de-

positi costieri (a + 30 e + 5 metri di quota) del Tirreniano - « pan-

chine» a Strombus bubonius (Lamarck). Durante il Tirreniano l'isola
era quindi molto più piccola di quanto non sia oggi, e ancor più piccola
era nel Calabriano. A parte questi due brevi periodi di sommersione,
dobbiamo pensare a intervalli di tempo molto più lunghi nei quali Favi-
gnana, e ovviamente anche Levanzo, erano parte integrante della Sicilia,
durante quasi tutto il Pliocene superiore (cioè dopo la orogenesi plioce-
nica) e ripetutamente durante il Quaternario, fra il Calabriano e il
Siciliano, fra il Siciliano e il Tirreniano, dopo il Tirreniano, fin verso
la fine dell'ultima glaciazione.

      Si sono formulate varie ipotesi circa l'ordine di grandezza dell'abbas-
samento eustatico del livello marino in occasione delle glaciazioni quater-
narie. Già una prudente valutazione di 150 metri è tuttavia sufficiente
ad allargare notevolmente i confini della Sicilia, fino ad includere Favi-
gnana e Levanzo, non solo, ma anche a congiungere la Sicilia alla peni-
sola italiana. Possiamo quindi concludere in tutta tranquillità che la
condizione insulare di Favignana e Levanzo risale a data molto recente,
anche se già si era ripetutamente verificata in precedenza.

      Marettimo, al contrario, costituisce una specie di corpo estraneo
rispetto alla Sicilia. L'isola risulta infatti quasi esclusivamente di sedi-
menti triassici (un flysch calcareo con lenti di diabasi del Carnico, dolo-
mie saccaroidi fortemente colorate del Norico) che non hanno il loro
cm-rispettivo in Sicilia, ma i cui analoghi si trovano invece nell'Africa
settentrionale e nella Penisola Iberica. A Marettimo non esistono tracce
di sedimenti marini nè del Pliocene, nè il Pleistocene inferiore, e non
è quindi da escludere, anche se appare estremamente improbabile, che
l'isola sia sfuggita alla sommersione totale nel Pliocene e nel Pleistocene.
L'unica presenza di sedimenti marini quaternari è costituita da panchine
arrossate del Tirreniano a pochi metri di quota lungo la costa orientale.
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