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                                         Le Eolie

      Diversamente si presenta il problema per le Eolie che, al contrario
di Ustica, sono costituite di vulcaniti acide, legate a magmi anatettid.
Nelle Eolie mancano del tutto sedimenti marini fossiliferi, in compenso
però, in relazione al tipo di attività eruttiva, prevalentemente esplosivo,
si prospetta la possibilità di stabilire la loro esistenza nel passato sulla
base della eventuale presenza di loro prodotti piroclastici entro rocce ·
sedimentarie della vicina Sicilia.

      Le ricerche su questa via sono appena all'inizio, e sono state osta-
colate dalla difficoltà di procurarsi il materiale di analisi, data la quasi
totale assenza di serie sedimentarie del Pleistocene inferiore o medio
esposte lungo la costa siciliana che fronteggia le Eolie.

      Grazie alla cortesia dell'Ing. Arrigo Croce, professore di Tecnica
delle Fondazioni alla Università di Napoli, ho potuto esaminare un cam-
pione di argilla prelevato a 57 metri di profondità da una perforazione
eseguita sulla costa siciliana all'altezza di Milazzo. L'argilla contiene una
quantità di ciottoletti di pomice, che autorizzano a supporre che i vul-
cani eoliani fossero in attività, ed una microfauna che purtroppo non
ha permesso una datazione precisa. Si è prestata infatti alle seguenti
considerazioni:

l) Per la presenza di Articulina tubulosa Seguenza, Paijenborchella ma-
    laiensis Kingma e Krithe ex gr. langhiana Oertli indica una profon-
    dità di sedimentazione elevata, prossima o anche superiore ai 500
    metri.

2) Contiene alcune specie di ostracodi di tipo profondo nuove per la
    Scienza, non conosciute nel Calabriano e tanto meno nel Pliocene.
    Non resta quindi che pensare ad una età siciliana, datazione resa
    difficile dal fatto che non si conoscono faune così profonde del Sici-
    liano con le quali procedere a un confronto.

3) Non conosciamo, nè in Sicilia nè altrove, depositi pertinenti al Sici-
    liano di facies altrettanto profonda. Vi sono però nella Sicilia orien-
    tale tracce del mare siciliano a quota così elevata, che è ragionevole
    pensare che a Milazzo, a quota -57, si possano essere raggiunti
    i 500 metri di profondità. Infatti nel retroterra di Augusta, in con-
    trada Ogliastro, si sono riscontrate ad una quota di oltre 300 metri
    s.m. argille databili del Siciliano con una microfauna piuttosto
    profonda.
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