Page 8 - C6_SUOLO_ SOTTOSUOLO_2011
P. 8
COMUNE DI FAVIGNANA
LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA DEL PORTO DI FAVIGNANA
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE - QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Questa clausola aveva per fine d'impedire che sorgessero fabbricati dirimpetto al castello
di S. Giacomo che togliessero la visuale del mare e la libera via ai tiri dei cannoni. In
conseguenza di tale intento la nuova chiesa parrocchiale della Immacolata Concezione di
Maria Vergine, attuale madrice, venne fabbricata all'angolo e non al centro della piazza.
Essa fu costruita dai Pallavicino dietro istigazione del re, contenuta nell'atto di
trascrizione, poiché l'antica parrocchia di S.Giacomo entro il castello omonimo non era più
sufficiente, dato l'accrescimento della popolazione.
Tale chiesa, ultima nel 1764, venne elevata a dignità di arcipretura.
La dominazione degli spagnoli durò per più di quattro secoli lasciando molte tracce in
tutta l'isola.
In più d'una grotta a Favignana sono state rinvenute piccole edicole, iscrizioni e stemmi
spagnoli. Presso S.Nicola troviamo lo stemma patrizio dei Moncada scolpito nella roccia
tufacea. (XVI sec.) Sotto la dominazione aragonese, Andrea Riccio, signore di Favignana,
ricostruì il forte di S. Caterina (1498).
Al sommo dello stipite destro della porta è collocato uno stemma corroso dal tempo che
certamente si riferisce al Casato aragonese. Altra iscrizione si trova in un muro intero del
castello: si distinguono il nome della cittŕ di Catania e la data 1646.
In quell'anno il castello fu rimesso in efficienza, perché si temeva lo sbarco del Duca di
Guisa.
I Borboni
Nel 1735 l'infante Carlo di Borbone, per l'astuzia della genitrice Elisabetta Farnese,
moglie di Filippo V, si assise sul trono del Regno delle due Sicilie.
Ci è nota la condotta dei regnanti borbonici e le carceri di Favignana e Marettimo ne sono
valide testimonianze. Nel 1858 furono rinchiusi nel castello di S.Caterina Giovanni Nicotera con
altri componenti della sfortunata spedizione di Sapri capitanata da Carlo Pisacane. Guglielmo
Pepe, generale dei moti del 1820, fu imprigionato nella fossa di Marettimo.