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            Fig. 138 - L’area archeologica di Segesta è ubicata su un sistema a thrust vergente a SE formato da una successione carbonatica di tipo “trapanese” (PSTB in
            questo lavoro), originatosi a partire dal Miocene superiore. Sulla destra il tempio greco, talora denominato il “Tempio Grande” di tipo dorico (430-420 a.C.).
            - The archaeological site of  Segesta is located on a SE verging thrust system formed by a Trapanese carbonate (pSTb in the present paper) succession originated since Late miocene. on
                                   the right the Dorian-style greek temple, sometimes named the “Great Temple” (430-420 b.C.).


            appartenenti alla sottozona a persphinctes antecedens,  1.7. - MONTI DEL TRAPANESE E ISOLE EGADI
            permettono di riconoscere l’Oxfordiano. Segue la
            “Lattimusa” assegnata al Titonico. Alcuni dicchi      L’estremità nord-occidentale della Sicilia è ca-
            sedimentari e le associazioni a nannofossili del   ratterizzata da rilievi montuosi, talora relativamente
            riempimento suggeriscono per MARTIRE & PAVIA       isolati come il Monte S. Giuliano, sulla cui sommità
            (2002a) un’età dei processi di fratturazione al Ti-  sorge l’abitato di Erice, come M. Cofano che si
            tonico superiore.                                  estende sul mare a formare una pittoresca penisola
               Ulteriori  colonne  stratigrafiche  campionate  (fig. 141), ovvero come il M. Inici che sovrasta il
            nella cava della Rocca chi Parra sono state descritte  Golfo di Castellammare, ed il gruppo di monti (M.
            da MARTIRE et alii (2000) e da PAVIA et alii (2002)  Monaco, M. Sparagio, M. Acci) che formano la pe-
            (fig. 140). Questa località rappresenta una delle più  nisola di Capo S. Vito.
            ricche di ammoniti, che, al pari di quella di Con-    Si tratta di successioni carbonatiche mesozoi-
            trada Diesi (M. Magaggiaro), è stata studiata da   che, con un potente intervallo basale del Triassico-
            oltre un secolo (GEMMELLARO, 1882). Anche qui      Lias,  sul  quale  poggiano  in  paraconcordanza
            la F.ne Inici, affiorante per alcune decine di metri,  sequenze bacinali del Giurassico medio-superiore
            presenta alla sommità una superficie planare con   e del Cretacico-Eocene. La morfologia è aspra,
            hard-ground ferro-manganesiferi, ed è caratterizzata  spesso con quote abbastanza elevate (fino ad un
            da una fitta rete di dicchi nettuniani, sia verticali  migliaio di metri), e contrasta con la blanda mor-
            che orizzontali, ampi da pochi centimetri a parec-  fologia argillosa, che circonda i rilievi calcarei. Nel
            chi metri, orientati prevalentemente NO-SE ed ap-  presente lavoro, così come in FINETTI et alii (2005a)
            partenenti  a  differenti  generazioni,  in  quanto  e LENTINI et alii (2006), questi rilievi sono ritenuti
            possono essere saldati dai livelli basali del Rosso  appartenere ad un sistema a thrust generatosi a
            Ammoitico oppure attraversare quest’ultimo. Al-    spese di successioni meso-cenozoiche di un vec-
            cuni di quelli suborizzontali, intercalati tra gli strati  chio avampaese a partire dal Miocene superiore, il
            della F.ne Inici contengono associazioni del Bato-  Sistema a Thrust Siculo-Pelagiano (PSTB).
            niano medio-superiore. L’attenta analisi dei dicchi   In precedenza autori francesi, tra i quali BRO-
            sedimentari e delle loro intersezioni permettono   QUET et alii (1966), BROQUET & MASCLE (1972), e
            agli autori di riconoscere un’attività tettonica giu-  BROQUET et alii (1984), riconoscono nell’estremità
            rassica a carattere tensionale, che avrebbe provo-  occidentale della Sicilia un edificio a falde impila-
            cato l’annegamento della piattaforma liassica e la  tesi da sud verso nord durante l’intervallo Torto-
            sua frammentazione in blocchi basculati, sui quali  niano superiore-Pliocene inferiore. Ulteriori dati
            si depositavano i sedimenti pelagici. L’estrema con-  stratigrafici per l’estremità occidentale dell’Isola
            densazione di questi ultimi impediva il rapido livel-  (Paceco) e per le Isole Egadi, possono essere re-
            lamento della topografia irregolare, determinando  periti in SERV. GEOL. D’IT. (2013c, e 2012b).
            le repentine variazioni di facies, spessore ed età    Vengono descritte di seguito le unità o sottou-
            delle pelagiti.                                    nità tettoniche che caratterizzano quest’area occi-
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