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1.6.7 I siti estrattivi costieri della Sardegna                                                                                                                 CAPITOLO 1

Lungo le coste della Sardegna è possibile rinvenire esempi significativi di cave costiere storiche
databili ai periodi più antichi, per molti di questi siti non è possibili pervenire ad una datazione
certa a causa dell’utilizzo delle cave in periodi successivi. In particolare durante il periodo
fenicio sorsero lungo le coste della Sardegna numerosi insediamenti costieri che trovarono una
continuità durante il periodo punico e romano; tali insediamenti oggi rappresentano un
patrimonio archeologico di grande interesse. La localizzazione degli abitati è stata favorita dalla
disponibilità di facili approdi e dalla presenza di materiali facilmente estraibili e lavorabili. Un
materiale privilegiato per l’estrazione è rappresentato dalle arenarie quaternarie che, come
potuto appurare in altri casi di studio e in particolare in quello tunisino (Capo Bon), è stato
ampiamente utilizzato nel periodo antico per i motivi sopra citati e per le caratteristiche tecniche.
Le cave storiche sono ancora oggi visibili lungo le coste della Sardegna e rappresentano
esempi significativi di cave costiere coltivate in periodi successivi, sono numerosi i siti di cava
databili al periodo punico e romano.
Tra le cave costiere analizzate alcune sono interessate da fenomeni di subsidenza, in altri casi
l’arretramento della linea di costa ha sommerso i cantieri di lavorazione, comunque percepibili
sotto il livello del mare. Tra le cave esaminate si citano quelle di Fradis Minoris (Comune di
Pula); le cave di Piscinnì (Comune di Domus de Maria); le cave di San Giovanni del Sinis e di Is
Aruttas (Comune di Cabras).
In particolare la cava di Fradis Minoris, legata alla edificazione del sito archeologico di Nora41,
pur essendo localizzata all’interno del centro di educazione ambientale, nell’ambito del più
ampio progetto del Parco archeologico di Nora, non viene inserita negli attuali circuiti di visita né
da parte di chi gestisce il sito archeologico, né da parte di chi gestisce il centro di educazione
ambientale (Balletto et al., 2010b).
Elemento che caratterizza e accomuna i siti studiati è la mancata valorizzazione; nonostante la
loro localizzazione ben si presti per un agevole inserimento all’interno di circuiti turistico culturali
le cave esaminate non sono oggetto di attenzione in tal senso. Appare tuttavia importante, in
relazione alla peculiarità dei siti esaminati, definire gli interventi possibili attraverso protocolli
relativi sia agli interventi di conservazione sia agli interventi di valorizzazione ammissibili; risulta
doveroso calibrare le opportunità della fruizione culturale con le modalità di attuazione, evitando
di banalizzare i paesaggi di cava.
La volontà di tutelare il patrimonio rappresentato dalle cave storiche nell’ambito dell’esperienza
della Regione Sardegna è da ricondursi all’inserimento di alcuni siti di cava all’interno del Parco
Geominerario, tuttavia alcune cave storiche potrebbero sia essere inserite all’interno del
progetto del Parco Geominerario sia all’interno dei proposti parchi archeologici legati alla
presenza degli insediamenti fenici nell’isola.

41 L’insediamento archeologico costiero di Nora è localizzato in un promontorio della Sardegna Meridionale (Comune di Pula), di
fondazione fenicia si estese nel periodo punico e romano.

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