Page 37 - Noemi_Meloni_PHDtesi
P. 37

2. LE CAVE RECENTI                                                                                                                                              CAPITOLO 2

2.1 Premessa

La tematica relativa alla reinterpretazione dei paesaggi estrattivi recenti costituisce per la
pianificazione territoriale oggetto di grande interesse e attualità. Le esternalità negative legate
all’esercizio di tale attività e la situazione venutasi a creare in alcune aree geografiche, dove ad
uno sfruttamento intensivo della risorsa mineraria non si sono susseguite adeguate politiche
atte a garantire e a incentivare le fasi del recupero delle aree estrattive dismesse, rende
necessario occuparsi del futuro di tali paesaggi produttivi.
La Regione Veneto rappresenta un esempio di territorio che ha subito un profondo
cambiamento dovuto all’attività estrattiva quando nel processo di sviluppo del dopoguerra la
domanda di materiali e in particolare di inerti ha raggiunto quantità considerevoli; il caso di
studio viene affrontato all’interno del progetto di ricerca internazionale denominato “Rekula”1,
che analizza sia il problema legato alla definizione delle prospettive di riuso dei siti sia quello
della qualità progettuale e paesaggistica degli interventi (Zanon, 2006a, 2006b).
Nell’ambito del presente lavoro con il termine di cave recenti si indicano le cave dove la
coltivazione è avvenuta ed avviene con tecniche e tecnologie di estrazione evolute, che hanno
consentito la commercializzazione del prodotto anche su mercati non strettamente locali. Tale
definizione include sia cave dove l’attività si è svolta in assenza di specifiche autorizzazioni sia
cave dove l’esercizio dell’attività di coltivazione è stato subordinato a specifici iter autorizzativi a
partire dagli anni Settanta del Novecento, includendo un arco temporale che va dalla fine
dell’Ottocento agli inizi del Novecento sino ai giorni nostri. Nelle cave recenti la coltivazione
avviene con tecniche industrializzate in costante sviluppo che garantiscono l’estrazione di
grandi quantità di materiali in tempi ridotti e con elevate rese.
La distinzione tra cave storiche e cave recenti è un limite molto labile e variabile; il passaggio
dalle tecniche elementari a quelle più moderne, che hanno consentito di estendere la
commercializzazione dei materiali su bacini extralocali, è avvenuto gradualmente anche
nell’ambito di attività di estrazione in corso.
Le cave testimoni dell’evoluzione delle tecniche estrattive e in particolare quelle attive a cavallo
dei secoli XIX e XX, oltre il significato strettamente culturale, rappresentano degli interessanti

1 Il caso di studio della Regione Veneto è stato analizzato nell’ambito del progetto “Rekula” (Restructuring Cultural Landscapes), progetto
cofinanziato dall'Unione Europea all'interno dell'iniziativa comunitaria Interreg III B 2000 – 2006 per lo Spazio Europeo Centrale,
Adriatico, Danubiano e Sud-orientale. Il progetto ha visto coinvolti: la Fondazione Benetton studi e ricerche (Project Partner), l’IBA
(Internationale Bauausstellung - International Building Exhibition) Fürst-Pückler-Land (Lead Partner), la Regione Veneto, il Politecnico di
Gliwice.
Il progetto di ricerca si è occupato dei paesaggi industriali dismessi tramite casi di studio differenti: i villaggi operai in Slesia, le miniere di
lignite in Lusazia, le cave di inerti in Veneto.
Le ricerche della Fondazione Benetton hanno sviluppato il caso delle cave di inerti della Regione Veneto e si sono svolte dal 2003 al
2006 con la supervisione di Domenico Luciani e il coordinamento generale di Simonetta Zanon.
La descrizione dettagliata del progetto è disponibile su internet all’indirizzo:
http://www.settoreweb.com/fondazione/ita/pagine.php?s=&pg=190; [ultimo accesso: dicembre 2010].

                                                                                                                                                            37
   32   33   34   35   36   37   38   39   40   41   42