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CAPITOLO 2

casi di studio trovandosi spesso in posizioni geografiche singolari: esempi significativi sono
rappresentati dalle cave costiere e dalle cave che ubicate in posizione limitrofa ai centri abitati
sono state successivamente incluse nei tessuti urbanistici delle espansioni recenti. La
particolare localizzazione geografica dei siti costieri dettata da esigenze funzionali e consentita
in periodi storici caratterizzati da una diversa attenzione nei confronti del paesaggio costiero, li
rende siti particolarmente interessanti dal punto di vista della pianificazione territoriale e
occasione di sperimentazione progettuale.
Le cave recenti localizzate in ambito costiero sono destinate alla dismissione, la riconosciuta
importanza del paesaggio e degli habitat costieri pone in discussione la possibilità di proseguire
l’attività estrattiva in relazione alla tutela di tale spazio geografico. Tale indirizzo è confermato
dalle scelte operate dalla Regione Sardegna che, come già evidenziato, nella redazione del
proprio Piano Paesaggistico Regionale (PPR, 2006) ha ritenuto necessario pianificare
prioritariamente il paesaggio costiero prestando particolare attenzione alla porzione di territorio
definita “fascia costiera” che, riconosciuta bene paesaggistico d’insieme e risorsa strategica, è
sottoposta a specifiche misure di tutela, conservazione e valorizzazione.
Gli strumenti di pianificazione e di governo del territorio ai vari livelli affrontano la questione
relativa ai paesaggi estrattivi di cava, secondo un approccio orientato al raggiungimento della
sostenibilità nei processi di coltivazione e di recupero dei siti estrattivi. L’obiettivo finale è
rappresentato nel riuscire ad inserire l’intero ciclo produttivo della cava, dall’apertura alla
dismissione, all’interno di un sistema di gestione sostenibile, orientato alla compensazione e
alla perequazione, non solo ambientale ma anche urbanistica e paesaggistica.
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di inquadrare i principali aspetti legati al tema della
reinterpretazione dei paesaggi estrattivi, con particolare attenzione ai paesaggi estrattivi in
ambito costiero, inserendosi nel filone di ricerca che promuove la riqualificazione d’uso dei
paesaggi di cava, paesaggi capaci di generare nuovi scenari dopo il ciclo produttivo.
Dal punto di vista paesaggistico le reinvenzioni più suggestive sono rappresentate dalle cave di
pietra, ma esempi quali il cimitero di Stoccolma2 dimostrano che anche nelle ipotesi di cave di
inerti è possibile raggiungere risultati di elevata qualità paesaggistica (Zanon, 2006a, 2006b).

2.2 Cave e paesaggio, la storia fa la differenza

L’attività di coltivazione dei materiali di cava è una attività produttiva finalizzata a sottrarre una
risorsa non rinnovabile che genera inevitabilmente degli effetti negativi sia sotto l’aspetto
ambientale sia sotto l’aspetto paesaggistico; l’espansione dell’industria estrattiva e l’aumento
della quantità di materiale estratto nel tempo ha creato la necessità di elaborare un sistema di
regole finalizzato a minimizzare e compensare gli impatti. La necessità di pervenire a dei

2 Il Cimitero parco (Skogskyrkogarden, Cimitero nel bosco) situato a Enskede (Stoccolma) è stato progettato da Erik Gunnar Asplund e
Sigurd Lewerentz nel 1915 ed è realizzato in cave di ghiaia attive fino agli inizi del Novecento; la realizzazione del parco cimiteriale risale
al periodo 1916 – 1961. Il progetto integra il paesaggio naturale con quello artificiale delle cave di ghiaia dismesse. Il cimitero è inserito
nella lista del World Heritage.

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