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10 SERVIZIO GEOLOGICO NAZIONALE - UFFICIO RILEVAMENTI E ANALISI DI LABORATORIO - SEZIONE DI GEOLOGIA MARINA

fase di stazionamento basso tardo - pleistocenica e, qualora presenti, i depositi di caduta e
stazionamento basso del livello del mare. Poichè i margini continentali che circondano la penisola
italiana e le isole sono estremamente variabili in estensione, gradienti e morfologia, i risultati
erosivo/deposizionali dell'ultimo ciclo di fluttuazione di livello del mare sono estremamente
variabili da una zona all'altra.

       Particolare dettaglio sarà dedicato alla rappresentazione dei depositi messi in posto durante
l'ultima risalita di livello del mare (post 18 ka) ed il successivo periodo di stazionamento alto.
Il primo tipo di depositi (trasgressivi) costituisce il prodotto dei cambiamenti nel regime degli
apporti, nell'assetto fisiografico e nei processi oceanografici che accompagnano la rapida risalita di
livello del mare avvenuta da circa 16-18 ka a circa 4-5 ka (FAIRBANKS, 1989). La distribuzione
areale dei depositi del secondo tipo (depositi di stazionamento alto) esprime l'interazione tra gli
apporti ed il regime oceanografico durante gli ultimi 4-5 ka.

       L'intervallo di tempo successivo all'ultimo acme glaciale e stazionamento basso del livello
del mare è associato ad un notevole e generalizzato cambiamento nell'assetto dei margini
continentali dell'intero pianeta. Il livello del mare è infatti risalito di circa 120 m in circa 14-15
mila anni sommergendo estese aree di piattaforma continentale precedentemente sottoposte ad
esposizione subaerea. Un esempio macroscopico di questo cambiamento in M editerraneo
Centrale viene dal bacino epicontinentale Adriatico che, nel corso della risalita del livello marino,
ha registrato un aumento di superficie sommersa di circa 8 volte (TRINCARDI et alii , 1994). In
generale, i depositi trasgressivi e di stazionamento alto presentano la massima variabilità e
complessità delle facies in zone di piattaforma, soprattutto nelle aree a più basso gradiente (ad es.
Adriatico Settentrionale; Arcipelago Toscano; Golfo di Gaeta); i depositi dovuti all'azione di
correnti di contorno e quelli gravitativi di stazionamento basso sono, al contrario, tipici di aree di
bacino (ad es. Bacino di Cefalù, Bacino di Paola e Bacino Corso).

3.1. – SCELTA DELLE UNITÀ STRATIGRAFICHE DA RAPPRESENTARE

       I margini continentali centro M editerranei sono stati oggetto di numerosi studi di geologia
marina durante gli ultimi 30 anni. Si tratta di indagini eterogenee che hanno prodotto una base di
dati ingente, ma piuttosto disomogenea e di non facile utilizzo. Durante questo periodo sono stati
raccolti dati con scopi diversi e metodi soprattutto convenzionali (sismica a media risoluzione e
registrazione analogica monocanale e campionature tramite carotiere limitate ai primi 4 o 5 metri
del sottofondo marino). I risultati di questa fase di studi sono stati presentati nella maggior parte
dei casi in modo descrittivo e con scarsa attenzione alla natura dei processi sedimentari ed al loro
potere di preservazione nella registrazione geologica. Anche per questa ragione il confronto tra
zone diverse, fino ad ora poco immediato, può venire facilitato da un approccio multidisciplinare
basato sull'utilizzo della stratigrafia sequenziale. Un altro problema riguarda la rappresentazione
dei corpi geologici che affiorano in aree dove la sequenza deposizionale tardo-quaternaria non è
presente; ciò avviene in aree soggette ad erosione e sottoalimentate durante il tardo Quaternario o
su margini continentali interessati da notevole attività vulcanica.
In questi casi dovranno essere distinti e cartografati tre tipi di depositi:

     1) depositi sedimentari più vecchi della sequenza deposizionale tardo quaternaria (per la
         suddivisione dei quali si adottano criteri lito e cronostratigrafici con definizione di Unità
         a grande scala)

     2) depositi vulcanici e vulcanoclastici (suddivisibili per età e composizione)
     3) rocce cristalline (suddivisibili per età e composizione)
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