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CARTA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI 1:250.000- GUIDA AL RILEVAMENTO 31

         Il fronte esterno della catena appenninica è inoltre presente nelle zone prospicenti le coste
italiane. Esso presenta stili strutturali molto variabili (ARGNANI & GAMBERI, in stampa).
In alcune aree la deformazione frontale è diffusa su zone abbastanza ampie che passano
gradualmente all'avampaese (low strain front end; M ORLEY, 1986) mentre in altre si concentra su
una fascia ristretta nettamente separata dall'avampaese indeformato (high strain front end;
M ORLEY, 1986). Il settore adriatico orientale è invece occupato dall'avanfossa della catena
dinarica affiorante nella penisola balcanica. Nella sua porzione centro-settentrionale
l’individuazione dell’avanfossa dinarica precede il Pliocene.

         La base dei sedimenti Pliocenici si trova a scarsa profondità e ha andamento praticamente
orizzontale, mentre al di sotto di questa superficie è visibile un cuneo di sedimenti che si
inspessisce rapidamente verso Est e rappresenta il riempimento dell'avanfossa dinarica di età
eocenico-oligocenica (CELET, 1977). Verso Sud, nelle aree prospicenti l'Albania la catena
dinarico-ellenica è tuttora attiva e ha dato luogo alla deposizione di un cuneo di sedimenti plio-
quaternari la cui base, verso costa, raggiunge la profondità di 3 sec. in tempi doppi. Sotto
l'avanfossa plio-quaternaria, evidenziata anche dalle anomalie di Bouguer, è presente un altro
cuneo di sedimenti di età oligo-miocenica, la cui base raggiunge la profondità di 7 sec. e che
rappresenta il riempimento della precedente avanfossa relativa alla catena dinarica, equivalente
temporale di quella descritta più Nord (ARGNANI et alii, in stampa).

         L'avampaese relativamente indeformato delle catene che circondano l'Adriatico affiora in
Istria ed in Puglia. Queste regioni sono caratterizzate da modesti spessori della successione plio-
quaternaria e da tettonica verticale (ARGNANI & GAMBERI, in stampa; ARGNANI et alii, 1993). I
numerosi pozzi disponibili nell'Adriatico occidentale consentono di ricostruirne l'evoluzione
stratigrafica. Al di sotto dei depositi plio-quaternari è stata evidenziata la presenza di successioni
simili a quelle umbro-marchigiane e a quelle sudalpine. La loro stratigrafia riflette l'evoluzione
tettonica del margine continentale adriatico, dalla sua individuazione, legata al rifting permo-
triassico e alla frammentazione liassica, al suo coinvolgimento nella strutturazione della catena
ap p enninica.

         I dati attualmente reperibili non permettono di ricostruire in dettaglio l'andamento del
rifting permo-triassico (CATI et alii, 1987); attendibili ricostruzioni paleogeografiche dell' area
adriatica sono invece possibili fino al Giurassico. Esse evidenziano che in buona parte
dell'Adriatico la sedimentazione di piattaforma carbonatica, tipica del Triassico superiore, viene
interrotta nel Lias. A questo periodo risale infatti l'annegamento, dovuto a tettonica estensionale,
di parte della piattaforma carbonatica; questo evento geodinamico crea una strutturazione a
piattaforme e bacini profondi, con deposizione di carbonati pelagici, caratteristica di tutto il
margine meridionale della Tetide (ARGNANI & GAMBERI, in stampa; ZAPPATERRA, 1990; CATI
et alii, 1987). Un significativo cambiamento nella sedimentazione è legato all'instaurarsi della
deformazione compressiva che segue la convergenza fra placca africana ed europea e alla
conseguente produzione di detrito silicoclastico. Con la progressiva migrazione della catena verso
Est l'area adriatica è interessata prima da deposizione di rampa esterna rispetto alle avanfosse
mioceniche e poi nel Pliocene diventa sede dell'attuale bacino di avanfossa presente al fronte della
catena (RICCI LUCCHI, 1986). Un evento particolare si verifica nel M essiniano, quando un
abbassamento del livello del mare relativo e condizioni iper-saline alla scala dell'intero
M editerraneo producono erosione subaerea e deposizione di sedimenti evaporitici, dando
origine a una superficie particolarmente ben identificabile sui profili sismici. Nell'area adriatica le
evaporiti e gli altri sedimenti deposti durante questo intervallo di tempo sono presenti quasi
uniformemente.
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