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CARTA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI 1:250.000- GUIDA AL RILEVAMENTO 29

4. - CARTA GEOLOGICA DEL SOTTOFONDO M ARINO

         La finalità della cartografia geologica marina del sottofondo alla scala 1:250.000 è quella di
rappresentare, attraverso la mappatura di uno o più orizzonti stratigrafici significativi ed
arealmente estesi, le caratteristiche geologiche generali ed i principali caratteri stratigrafico-
strutturali delle aree in oggetto.

         Al fine di valutare i criteri ottimali per una rappresentazione cartografica valida ed
omogenea dei caratteri geologici principali del sottofondo dei mari italiani è necessario considerare
i due aspetti vincolanti dal punto di vista operativo: la variabilita' regionale dei suddetti caratteri
geologici e le metodologie d'indagine.

4.1. - CARATTERI GEOLOGICI DEI M ARI ITALIANI

         Il progetto cartografia deve fornire prodotti il più possibile omogenei su tutte le aree
marine italiane, questa esigenza deve conciliarsi con il fatto che le aree marine italiane sono
caratterizzate da un assetto stratigrafico-strutturale assai variabile. Prima di passare alla
descrizione della normativa, è perciò opportuno, dare una breve descrizione dei caratteri geologici
delle aree marine italiane, sottolineando così i problemi da affrontare per una cartografia standard.

4.1.1. - Mare Adriatico

         Il mare Adriatico è una zona prevalentemente di mare basso compreso fra la penisola
italiana e quella balcanica. Solo nel settore meridionale antistante le coste pugliesi raggiunge
profondità elevate (circa 1200 m). Dal punto di vista geologico il mare Adriatico si presenta assai
differenziato: la parte occidentale costituisce l’avanfossa della catena appenninica, mentre nel lato
orientale è presente l’avanfossa della catena dinarica (ARGNANI et alii, 1993). Fra queste due aree
si estende l’avampaese relativamente indeformato delle due catene (fig. 9). Le anomalie di
Bouguer presentano un minimo a nord del Conero, in continuità con quello che marca l’avanfossa
padana, e un altro minimo nella zona di Pescara. Un’altra regione con valori gravimetrici
fortemente negativi è presente sul alto orientale, nell’area adiacenti alle coste albanesi. Le
rimanenti aree adriatiche sono caratterizzati da valori che si discostano di poco da 0; due massimi
gravimetrici sono comunque presenti nella zona del Gargano ed in Istria. I valori crostali sono
piuttosto omogenei su tutta l’area e si aggirano sui 35 km. Un’area con spessore leggermente più
elevato si estende a sud del Gargano (NICOLICH & DAL PIAZ, 1991).

         La parte occidentale dell’Adriatico centro-settentrionale è occupata dalla più recente
(plio-quaternaria) di una serie di avanfosse originate al fronte della catena appenninica e migrate in
tempi successivi verso Est (RICCI LUCCHI, 1986). In questa regione la base della successione
plio-quaternaria si trova flessurata con pendenza verso la catena appenninica e corrisponde
aun forte riflettore sul quale terminano in onlap i depositi plio-quaternari costituiti da corpi
torbiditici, emipelagiti e sedimenti relativi ad apparati deltizi in progradazione (SCHWANDER,
1989) (fig.10). L'avanfossa plio-quaternaria adriatica è caratterizzata da due depocentri separati
da un'area dove la base del Pliocene è più elevata (ARGNANI & GAMBERI, in stampa).

         I due depocentri corrispondono alle due zone di minimo delle anomalie di Bouguer e a
zone di accumulo sedimentario rappresentato da 4 sec. (in tempi doppi) di depositi di avanfossa.
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