Page 62 - tesi DANIELA COMPLETA
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tirando a se i bracci, uno alla volta, faceva girare il
manganeddru su se stesso, di conseguenza la corda si
arrotolava e il concio di tufo veniva portato in superficie.
Successivamente, quando le profondità delle cave divennero
più consistenti, si ricorse a manganeddri dotati di ruota.
Una volta sistemati su uno spiazzo i conci di tufo il compito
del cavatore terminava, ma era egli stesso che per lo più si
occupava del trasporto dallo spiazzo ai punti di carico. Per il
trasporto entravano in gioco i carrettieri. Il tipico carro
favignanese, tirato generalmente da muli, aveva dimensioni
tali da poter assolvere a questo lavoro ed era dotato di
fiancate perfettamente rettangolari, senza fregi. Su di esso il
carrettiere sistemava quattro file di conci disponendoli su una
delle facce maggiori, sopra di essi ne poggiava altri tre
sempre sulla faccia maggiore. Dietro di questi disponeva due
file di quattro conci in piedi, cioè sulla faccia minore, ed
infine su di essi ancora quattro sulla faccia maggiore. Una
volta giunti agli scari, punti di carico, i tufi venivano fatti
scivolare su scivoli appositamente costruiti. Un cavatore

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