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                   presso  Partanna   incominceranno  ad  espandersi .  Nonostante  non  siano
                   ancora  state  effettuate  ricognizioni  archeologiche  in  merito  che  possano

                   chiarire gli avvenimenti che causarono lo spostamento della popolazione sita

                   presso  gli  abitati  rurali,  rilevanti  sono  a  tale  scopo  gli  ultimi  ritrovamenti

                   archeologici  provenienti  da  un  piccolo  abitato  d’età  normanna  sito  presso

                   l’acropoli  di  Selinunte  che  entrava  nel  sistema  dei  casali  di  questo  vasto

                   comprensorio: segnalato nel corso della dominazione normanna da Idrisi con

                   il  toponimo  di  Raḥl  al-Asnâm  il  «Villaggio  dei  Pilastri»  o  «degli  Idoli»,

                   verrà abbandonato così come il gruppo dei casali aperti di cui faceva parte

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                   agli inizi del XIII secolo  (Fig.174). Gli svavi archeologici eseguiti presso
                   l’isolato  FF1  dell’acropoli  della  città  antica  hanno  rivelato  la  presenza  di

                   abitazioni  caratterizzate  da  muri  rialzati  tramite  materiale  recuperato  sul

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                   posto accanto a rare strutture costruite ex-novo  (Fig.175).  In particolare, a
                   questo periodo risalirebbero alcune murature della “Casa del Sacello” e della

                   cosidetta “Casa strappata” sita all’angolo della strada FF1 e della traversa G;

                   quest’ultima  abitazione  venne  costruita  sulla  strada  stessa  occupandone

                   l’antico  spazio  pubblico.  Presso  l’abitato  medievale  relativo  al  XII-XIII

                   secolo, sono stati raccolti vari frammeti ceramici  che hanno permesso una

                   iniziale  catalogazione  suddivisa  principalmente  in  ceramica  da  tavola

                   (caratterizzata  da  caramica  tipo  Gela,  da  ceramica  manganese  e  ceramica





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                             NANIA 1995, p 73.
                          811  Si ritiene genericamente sulla base delle attestazioni toponomastiche che  l’odierno centro di

                   Castelvetrano abbia raggruppato la popolazione del territorio in età medievale; Idrisi, in Blib. ar. sic., I, p.
                   93; dopo l’attestazione di Idrisi l’abitato compare per la prima  volta con il toponimo latino di  Castrum
                   vitranum nel 1201; vd.,WINKELMANN 1880-85, I, p. 77; nel 1282 comparirà con il titolo di universitas; De
                   rebus regni Siciliae, I, p. 15; infine sul finire del XIII secolo e per il XIV secolo l’abitato verrà menzionato
                   nella documentazione come terra; vd., Acta siculo-aragonensia, I, 1, pp. 94-96.
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                             Idrisi, in Blib. ar. sic., I, p. 90.
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                             Sui dati relativi ai ritrovamenti di età normanno-sveva vd., FOURMONT 2006, pp. 211-238; in
                   precedenza si era espessa la Molinari, vd., MOLINARI 2002.


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