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Nelle varie epoche popolazioni delle specie sopra indicate abita-
vano ed avevano libera circolazione nelle primitive aree di origine,
attraverso esse si svolgevano gli spostamenti, erratismi e migrazioni.
Operatesi le modificazioni c i vari distacchi tenitoriali nelle epoche
successive, sino alla formazione délle terre corrispondente all'assetto
continentale attuale, si interruppe l'espansione e l'irradiazione dai vari
nuclei di formazione delle specie; popolazioni superstiti, per le succes- .
sive variazioni climatiche intervenute, in gran parte scomparvero pro-
gressivamente; altre subirono un'evoluzione per adattarsi alle nuove
condizioni bioclimatiche ambientali, sotto la spinta dei mutamenti clima-
tici ed ecologici del Terziario prima e del Quaternario poi, periodo che
ebbe la massima influenza plasmatrice sulla fauna; altre in fine rima-
sero come relitti in particolari sedi microdimatiche o microambientali,
con clima più dolce in un contesto periferico a clima freddo continentale
(zone lacustri e circumlacustri, versanti collinari esposti a Sud, zone
meridionali a clima ancora confacente, ecc.).

      Delle numerose specie che abitavano da un lato la Tirrenide e la
Paleoafrica, la Daunia e le Egeidi dall'altro, solo poche sono rimaste
attualmente ad occupare in toto i rispettivi settori, mentre alcune abi-
tano qualcuno dei numerosi frammenti in cui si spezzettarono i due
blocchi continentali, spesso separati da lunghi tratti di mare.

      Dotati in sommo grado di mobilità e sottoposti al fenomeno bian-
nuale delle migrazioni, gli uccelli devono compiere spostamenti stagio-
nali a lungo raggio, tornando due volte l'anno ai loro quartieri estivi
ed invernali, nell'ambito di quella che era la loro patria di origine.
Per raggiungere questi territori ancora abitati, almeno in una stagione
dell'anno, ma ormai distaccati tra loro, gli uccelli seguono oggi gli stessi
itinerari di una volta, come se per loro non avessero avuto luogo le
profonde modificazioni territoriali ed ecologiche, attraverso quei per-
corsi che servirono loro quali vie di invasione o di ritirata durante l'al-
ternarsi delle glaciazioni, attraversando tutta quell'area una volta da
essi abitata, sia che vadano ad occidente che ad oriente.

      Vediamo infatti che il tragitto Africa-Sicilia-costa tirrenica-Francia
meridionale-Penisola iberica corrisponde esattamente al profilo della
grande area del Blocco Tirrenico; similmente il tragitto Africa-Sicilia-
Italia meridionale-Daunia-Balcani-Asia centro occidentale corrisponde al
Blocco delle antiche Egeidi. I due gruppi di uccelli, ad areale di nidi-
ficazione rispettivamente ad occidente e ad oriente, ripercorrono con
precisione ciascuno il suo atavico itinerario. Possiamo perciò concludere,
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